Il calabrese Stefano Caccavari “coltiva” il suo sogno con il progetto Mulinum


di Federica Geria – “In un’azienda agricola biologica di 7 ettari, costeggiata dalla strada provinciale, costruiremo un casolare in bio edilizia che sarà la sede del nostro Mulino di San Floro, il nostro mulino avrà anche la ruota idraulica che azionerà le macine, proprio come 100 anni fa e avremo solo energia rinnovabile per far funzionare il tutto.”

E’ con queste parole che viene presentato, sul suo sito ufficiale, il progetto Mulinum, nato dall’idea di un giovane calabrese, Stefano Caccavari. Un progetto che coniuga tradizione e innovazione e che si basa principalmente su 3 step:

1) Avviare il mulino e la linea per il confezionamento della farina (la sala del Mulino sarà completamente a vista, sarà tutto trasparente e visitabile dai clienti).

2) Allestire la sala all’interno del Mulino per eventuali convegni e seminari sul mondo delle farine e dei tavoli per la degustazione.

3) Creare il laboratorio a vista dove viene trasformata la nostra farina, uno forno sarà dedicato al pane e ai lievitati, l’altro alla pizza.

Proprio in un interessante servizio andato da poco in onda su Rai1 Stefano racconta la sua storia, quella di un calabrese di 28 anni, studente di Economia Aziendale, appassionato di informatica, che riceve varie proposte di lavoro, anche all’estero, ma che decide di restare nella sua terra, San Floro, in provincia di Catanzaro, dove nel 1940 esistevano nove mulini a pietra, distrutti con il passare del tempo. Il sogno di Stefano? Recuperare almeno uno di quei mulini.

“Siamo sulla Collina della Luna a San Floro e proprio lì sorgerà il primo mulino social!”

Esordisce così Stefano, all’inizio del video in onda su Rai1, raccontando dunque del suo progetto nato a febbraio 2016, quando sceglie di lanciare un appello su Facebook in cerca di aiuto per salvare l’ultimo mulino a pietra certificato biologico della Calabria.

“Da lì in 90 giorni sono riuscito a trovare 500mila euro di capitale sociale per avviare questa attività. Abbiamo restaurato un antico mulino: per la prima volta al mondo il grano diventerà farina e nello stesso edificio diventerà anche un prodotto da forno, quindi pane e pizza biologica. Per difendere il territorio abbiamo iniziato a coltivare i nostri grani antichi, quelli coltivati dai nostri nonni. Maciniamo solo ed esclusivamente i nostri grani a pietra naturale e in questo modo conserviamo le proprietà della farina. Sempre per difendere la tradizione andiamo a panificare o a fare la pizza con il lievito madre, a lunghissima lievitazione, nel forno a legna. La cosa bella è che stanno arrivando ordinativi di farina da tutto il mondo, perché le persone mi danno sostegno prenotandola in anticipo. Il nostro mulino social aprirà entro il 31 gennaio 2017! Per difendere la tradizione avremo anche la ruota ad acqua che gira…quindi mondo digitale e tradizione si sono uniti!”

Ma questo non è l’unico progetto di Stefano, il quale in precedenza aveva dato il via agli orti sociali, iniziative pubbliche e private in cui si mettono a disposizione dei pezzi di terreno per chi vuole coltivarli, naturalmente senza concimi chimici e senza pesticidi, per poter usufruire poi dei prodotti di quella terra.

“L’idea Orto di Famiglia nasce nel 2014 e vuole dare possibilità alle famiglie di Catanzaro di avere un pezzo di terra già coltivato dove poter raccogliere gli ortaggi di stagione. E’ piaciuta tantissimo l’idea, tanto che all’inizio eravamo solo 10, ora siamo oltre 100 famiglie. Noi in azienda agricola coltiviamo il terreno e seminiamo le piante, le persone una o due volte a settimana vengono a raccogliere i propri prodotti, ovviamente entrano nel loro spazio personale con tanto di cartello simbolico che indica la loro titolarità e poi raccolgono quello che è già maturo e pronto. I vantaggi sono per la famiglia, sicuramente quello di mangiare verdure fresche, di stagione e biologiche, quindi senza chimica, con la sicurezza di mangiare un prodotto che tu vedi crescere. Il territorio di San Floro è un comune prettamente agricolo, ma l’agricoltura da noi si faceva soltanto a livello familiare, quindi ho creato una piccola azienda che oggi è un esempio per tutta Italia, dove le persone e i consumatori vengono direttamente a prendere le loro verdure, cambiando e ribaltamento il sistema e la logica di mercato, dove prima i produttori consegnano al mercato e poi dal mercato ai consumatori. In questo modo stiamo facendo rivivere un territorio perché frequentato da centinaia di persone che si sentono comproprietari di un piccolo pezzo di terra”.

Mulinum è un progetto fatto di tradizione e innovazione, cultura e creatività, nato dalla mente di un giovane che nonostante tutte le difficoltà ha scelto di restare, lì dove è nato, lì dove ha ereditato l’amore per la sua terra e per le ricchezze che essa ci sa offrire, per creare qualcosa di unico e, magari, nel suo piccolo, poterla migliorare.