Attenta Calabria, il tuo futuro scappa lontano: prima per giovani emigrati

Vanno via le generazioni produttive e non solo: la Calabria è la regione che perde più giovani laureati

L’economia calabrese nel 2022 cresce del 3%, rispetto all’anno precedente, ma in uno scenario in cui prevale ancora l’incertezza. E’ questo il dato che emerge dal rapporto annuale della filiale regionale di Bankitalia, i cui risultati sono stati illustrati a Catanzaro dal direttore Marcello Malamisura e dai ricercatori Giuseppe Albanese, Antonio Covelli, Enza Maltese, Graziella Mendicino e Iconio Garri’.

L’indagine effettuata dagli analisti della banca d’Italia sul piano economico indica in diversi segmenti segnali di importante per quanto timida ripresa, basti pensare alla crescita del Pil regionale – 3% – nonostante un contesto di inflazione e rincaro dei prezzi delle materie prime, l’impatto dell’economia turistica è positivo, anche il mercato del lavoro ha dei segni più con un’occupazione al +1,5%.

A livello settoriale sugli scudi i servizi, in particolare il turismo che ha beneficiato della ripresa dei consumi e le costruzioni che grazie agli incentivi e all’aumento della spesa degli enti locali per le opere pubbliche hanno superato i livelli pre Covid. L’industria in senso stretto ha ristagnato ma comunque ha tenuto mentre meno bene è andata l’agricoltura sbilanciata verso alcune produzioni tradizionali in crisi come l’olivicoltura.

La ripresa post-pandemia, invece, è proseguita nel mercato del lavoro registrando un +1,5% sia per quanto concerne il lavoro dipendente che la componente autonoma. Di questo andamento ha beneficiato il reddito disponibile delle famiglie malgrado la contestuale riduzione del potere d’acquisto per l’aumento dei prezzi.

“La crescita dell’economia – ha detto il direttore Malamisura – ancora non consente un pieno recupero dei livelli pre Covid e soprattutto il quadro resta connotato da forte incertezza”.

 

Il report, però, conferma tutte le preoccupazioni e gli indicatori negativi già certificati nel recente passato da importanti studi e in ultimo dall’Istat, ovvero il dramma degli indicatori demografici. La Calabria, infatti, secondo Bankitalia raggiunge il primato sia nell’invecchiamento della popolazione che nel tasso di emigrazione.

La Calabria è la regione che rispetto alle altre regioni perde il più alto numero di persone in età fra 15/65 anni, ovvero quella fascia che include in economia coloro che sono alla ricerca di lavoro. Vanno via le generazioni produttive e non solo, la Calabria è la regione che perde più giovani laureati – 20.564 per la precisione – un dato altissimo se raffrontato ad esempio alla Lombardia, che di giovani laureati ne accoglie 53,846. Indicatori importanti che – seppur apparentemente legati agli studi demografici sono destinati ad avere nel presente e nel futuro un fortissimo impatto economico e sulla crescita della regione.