Strage di Gaza, il Garante Marziale chiede un incontro a Netanyahu

Lettera aperta del Garante Marziale a Netanyahu e al governo: “A Gaza non è guerra, ma barbarie. I bambini vanno protetti”

marziale garante

Singolare iniziativa del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che stamane ha inviato una lettera al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu:

“Il mio incarico istituzionale non è apicale – scrive – non fa parte dei potentati, è piuttosto di servizio ai più piccoli, anzi spesso con le stesse istituzioni si scontra per la mancata applicazione dei diritti di tutti i bambini, ma forse è più rappresentativo e avvertito dall’opinione pubblica, proprio perché rappresenta le esigenze della gente comune, dal basso”.

“Chi riveste il mio ruolo – continua il Garante – ogni giorno lavora per impedire che anche solo un bambino possa morire per qualsivoglia disfunzione dei servizi. A Gaza, invece, i bambini arrivano sani e muoiono di fame o colpiti da armi da fuoco. Questa non è guerra, è sterminio!”.

La lettera e il richiamo alla memoria

“Nel mio Paese, l’Italia – sottolinea Marziale – conformi all’iniziativa dell’UNESCO, celebriamo ogni anno la Giornata della Memoria, dedicata alle vittime innocenti dell’olocausto nazista: perché proprio il popolo che ha patito l’ingiustizia di una barbarie, oggi, è insensibile verso gli innocenti della Palestina? Perché non colpisce soltanto l’organizzazione terroristica di Hamas e lascia morire, invece, ignari bambini?”.

Il Garante così conclude: “Sono domande semplici, tuttavia mi piacerebbe poterne parlare con Lei. Le chiedo, Signor Primo Ministro, di volermi ricevere. Quando si riveste un ruolo come il mio, non si è tutori soltanto dei diritti dei bambini del proprio territorio, ma ci si deve occupare di tutti, anche perché la Dichiarazione Onu li riconosce cittadini del mondo”.

La lettera del Garante Marziale è stata inviata per conoscenza anche al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, all’ambasciatore d’Israele in Italia Jonathan Peled ed all’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari.