Calcio - Ghirelli: 'Strutture per i settori giovanili. Senza la formazione non c'è futuro'

Il presidente ha parlato anche di rispetto delle regole e si è detto contrario alla riduzione delle squadre in serie C

Francesco Ghirelli presidente della Lega Pro, a Reggio Calabria per il convegno della quinta tappa del Pallone d’Italia. L’evento, organizzato dalla Lega Pro, é l’occasione per incontrare i club della Lega Pro, le autorità e le forze dell’ordine in tutta Italia. All’evento hanno partecipato Daniela Stradiotto, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive e il Professor Nicola Ferrigni della Link Campus University di Roma. Queste alcune battute rilasciate al termine dell’incontro dal numero uno della Lega Pro:  “Bisogna cominciare a mettere in campo il concetto che una partita di calcio deve servire e si deve svolgere come gioco e superare i fatti di violenza. Far tornare ragazzi, ragazze e le famiglie allo stadio. Da questo punto di vista le società si devono impegnare a mettere in campo tutti i servizi possibili, provvedere all’ammodernamento degli stadi o addirittura di farli diventare di proprietà ed in più strutture per i settori giovanili che consentano di fare patrimonio, perchè senza la formazione dei giovani in serie C da passare poi alle serie superiori, non abbiamo futuro.

Io sono dell’idea che in questo paese bisognerebbe eliminare gli aggettivi, le regole sono regole, le fideiussioni sono fideiussioni. Questa estate per le quattro società delle quali si è discusso tanto, bastava applicare le regole e lasciarle fuori. Quando non si vuole effettuare una vera riforma, si parla di numeri e questo è il problema di questo paese. Si parla di riduzioni delle squadre, non servirà a nulla e per questo mi batto affinchè ciò non avvenga. Bisogna ragionare a sistema, perchè il sistema del calcio italiano è in difficoltà, non solo la Lega Pro. Decidere quale deve essere la mission di ogni campionato. La A vada a fare un calcio d’elite, vada a vincere in Europa e nel mondo. Noi siamo la Lega della formazione dei giovani calciatori, degli allenatori, dei dirigenti, degli arbitri. Poi ci deve essere la disponibilità economica di questo progetto, terzo le regole.

Dobbiamo diventare quanti? Non lo so,l’importante è che non ci prendiamo ancora una volta in giro”.