Calcio: dopo 21 anni la verità dell’arbitro Paparesta su quel famoso episodio in Reggina-Juventus

"Moggi mi ha rovinato la carriera. Una notizia ripresa da tutto il mondo


L’ex arbitro Paparesta a distanza di 21 anni, al podcast “DoppioPasso”, torna su uno degli episodi più controversi che hanno caratterizzato la sua carriera e fatto tanto discutere. Ognuno ha raccontato la propria versione, parliamo del dopo Reggina-Juventus e quello che fu definito addirittura un sequestro di persona, con l’allora DG bianconero Moggi che si raccontò chiuse dentro lo spogliatoio del Granillo il direttore di gara. Un episodio che poi venne fuori nel famoso caso Calciopoli.

“Vallo a spiegare che Moggi ha ricevuto la telefonata di una donna e per fare il gradasso dice una cosa del genere. È una cosa fastidiosa, anche per il prosieguo della carriera. Ho parlato con Moggi, gli ho detto che mi ha rovinato la carriera, ma che vuoi fare. Era una cosa talmente clamorosa che è stata ripresa in tutto il mondo. Non c’è stato nessun capo d’accusa per quel tipo di azione perché non c’è stata, ma ormai era entrato nell’immaginario collettivo.

L’episodio di Reggio Calabria purtroppo ha caratterizzato la mia carriera che si è fermata su quella vicenda. Scoppia lo scandalo di Calciopoli, la partita era stata fatta due anni prima, viene fuori questa notizia nell’indagine che un arbitro è stato vittima di sequestro di persona durante una partita. Io ero tra quelli con più autorevolezza nel gruppo ero curioso di capire chi fosse, parlavo con gli altri, ma dopo un paio di giorni venne fuori che quella partita era Reggina-Juventus e che quell’arbitro ero io. Per me era una cosa nuova, non era successa.

“C’era stata una partita dove la Juve aveva avuto diverse occasioni per lamentarsi della mia direzione, avevo fatto poco prima Parma-Juve dove avevano perso la Coppa Italia e non ero proprio graditissimo. In più in quella partita avevo avuto delle decisioni, come il rigore clamoroso non dato alla Juve che non avevo visto perché ero coperto e il guardialinee mi ha detto che non c’era nulla. La cosa particolare è stata che all’ultimo minuto, con la Juve che perdeva, ci fu un’azione in cui in una mischia vedo un tocco in fuorigioco e la Juve segna. L’assistente alza la bandiera e la abbassa immediatamente, caos totale, per me era fuorigioco. Vado dall’assistente e mi dice che non lo sa, era confuso.

Non c’era il VAR, annullo il gol e fischio la fine, la Juve perde e lì è venuto fuori il caos perché nello spogliatoio vennero davvero Moggi e Giraudo a lamentarsi. ‘È una vergogna ogni volta che arbitri tu’, però è successo anche altre volte, cerchi di gestirla. Non era accaduto niente, se non le solite liti che si vedono dopo partite controverse ma è qui che nasce la storia che ricordiamo ancora oggi, del tutto inventata.

Fatto sta che poi ho scoperto dalle indagini dopo due anni che il telefono di Moggi era intercettato. Ha ricevuto una telefonata in aeroporto quando stavano ripartendo di una donna a lui vicina che gli dice ‘Tu dici che conosci gli arbitri e comandi tutto, ma questo qui oggi non ti ha dato il rigore’. Lui dice ‘Sì hai ragione ma oggi mi sono vendicato, l’ho chiuso negli spogliatoi, hanno dovuto sfondare la porta, ho buttato le chiavi’ cosa completamente falsa, c’è l’intercettazione quindi lo ha detto davvero. Io sono stato chiamato dai carabinieri perché la tesi che avrebbe portato all’arresto era quella del sequestro, ma non c’era mai stato”.