Caso f.lli Amodeo, il GOM smentisce le accuse: 'Attacchi gratuiti ai medici di Chirurgia generale'

In seguito a specifica relazione richiesta dalla dirigenza, l'azienda ospedaliera reggina smentisce punto per punto tutte le accuse

Acquisita la specifica relazione riguardo la vicenda denunciata dai fratelli Amodeo si rileva l’infondatezza di tutte le accuse gravissime ed ingeneranti allarmismo e sfiducia nella Cittadinanza verso gli operatori del GOM.

Infatti:

  1. Alla data del ricovero non vi era alcuna indicazione al trattamento chirurgico in urgenza e sono state prospettate ai familiari e praticate soluzione terapeutiche alternative in linea con le buone pratiche mediche e la prassi scientifica consolidata.
  2. La stessa soluzione terapeutica è stata attuata per le centinaia di casi con le medesime caratteristiche, coerentemente alla pratica condivisa dalla comunità scientifica e gestiti con successo senza intervento chirurgico, attraverso l’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio da monitorare costantemente prima di accedere alla soluzione chirurgica.
  3. Nel caso di specie la sintomatologia clinica presente all’ingresso era in regressione e la paziente non presentava sintomi tali da indurre i sanitari a procedere con intervento urgente, eventualità alla quale l’equipe della Chirurgia del GOM era adeguatamente preparata rientrando tale intervento nella quotidiana attività chirurgica del reparto.
  4. Tale tipologia d’intervento viene eseguito presso l’UOC di Chirurgia generale del GOM, preferibilmente con tecnica laparoscopica e anche con tecnica robotica con il sistema Da Vinci. Il caso era, pertanto, oggetto di valutazione al fine di considerare un intervento chirurgico in elezione sì da ridurre l’incidenza di eventuali complicanze attraverso un trattamento moderno e più efficace, quale offerto da questa tipologia di procedura.
  5. L’equipe del GOM ha messo in pratica tutte le buone pratiche cliniche e la paziente all’atto della dimissione volontaria, contro il parere dei sanitari, era in situazione clinica di netto miglioramento, non vi era nessuna situazione clinica di urgenza o emergenza né potenziale rischio per la vita, condizione che ad avviso dei Chirurghi poteva invece presentarsi o quantomeno poteva vedere un incremento di rischio in caso d’intervento chirurgico in urgenza. La situazione è stata, pertanto, seguita e costantemente monitorata in virtù della qualificata e notevole esperienza dei Chirurghi del GOM e qualora le condizioni cliniche fossero peggiorate sarebbe stata sottoposta ad intervento chirurgico senza esitazione. La richiesta di dimissioni volontarie ha interrotto il percorso di osservazione clinica ed ha impedito, di fatto, il prosieguo delle cure.
  6. I Dirigenti Medici dell’UOC di Chirurgia del GOM hanno effettuato in totale autonomia le valutazioni del caso concreto in ragione dello standard elevato di professionalità e competenza che permette loro di risolvere in autonomia casi complessi senza necessità di un controllo gerarchico secondo i modelli organizzativi più moderni che riservano al Direttore di UOC l’organizzazione, le verifiche ed i controlli sull’attività nonchè la gestione diretta dei casi di maggiore complessità.
  7. Se i familiari medici hanno chiesto le dimissioni della paziente contro il parere dei sanitari hanno agito nel loro pieno diritto ma essi non hanno il diritto di gettare pesanti ombre sulla professionalità degli operatori del GOM lanciando accuse assolutamente infondate sia sotto il profilo della competenza professionale sia sotto il profilo della comunicazione in quanto sono sempre stati messi al corrente delle ipotesi terapeutiche che l’equipe intendeva perseguire.

In conclusione non è rilevabile la sussistenza di fatti riportabili a malpractice ma solo un grave attacco ai Medici della Chirurgia generale del GOM gratuito ed immotivato, ancor più grave in quanto proveniente da tre Medici, che alimenta il clima di sfiducia con le conseguenze che tutti conoscono in termini di quotidiane aggressioni al personale sanitario, in particolare ospedaliero che ancora piange la scomparsa di Colleghi generata proprio da tali comportamenti.