C’è un Sud che scappa. Sempre più giovani in fuga al Nord: i numeri di un dramma
07 Maggio 2016 - 15:25 | di Pasquale Romano

di Pasquale Romano – Scegliere di andarsene, abbandonare la propria terra, nella speranza di avere un futuro migliore. E’ una migrazione di massa continua, un esodo allarmante quello che coinvolge i giovani del Sud. Non si tratta di una novità, è antica l’enorme forbice di possibilità che interessa i due estremi d’Italia, negli ultimi anni però la situazione (se possibile) è peggiorata. La crisi economica sembra aver spinto con ancora più convinzione i giovani settentrionali, lasciando cosi il Sud ‘orfano’, privo di tanti ragazzi che ha visto crescere.
I numeri sono impietosi, la fredda statistica serve per fissare i paletti di un dramma sociale.
Uno studio realizzato dal Censis per Confcooperative ha preso in esame gli ultimi dieci anni e le migrazioni dei giovani in fuga dal Sud. Nell’anno accademico 2014-2015 si sono spostati dal Mezzogiorno verso le regioni del Centro-Nord quasi 23mila giovani universitari, nel 2010-2011 il flusso aveva interessato 27.530 immatricolati e nel 2006-2007 già superava le 26.000 unità.
“Per quanto riguarda gli iscritti, nell’anno accademico 2014-2015 gli studenti meridionali che frequentano le università del Centro-Nord hanno raggiunto la cifra di 168.000“, spiega il rapporto del Censis. Non partono soltanto diplomati alla ricerca di un percorso universitario migliore, anche i laureati del Sud si spostano al centro-nord per ottenere un lavoro.
“Nel 2013 26.000 laureati hanno preso la strada delle regioni centro-settentrionali, nel 2008 erano stati 19.000. Sempre nel 2013 altri 5.000 laureati hanno lasciato il Mezzogiorno per andare all’estero. Quindi in un anno 31.000 laureati hanno deciso di spendere altrove l’accumulazione di competenze acquisite sul proprio territorio di origine, determinando -analizza il rapporto del Censis- in questo modo un ulteriore impoverimento degli asset disponibili per il Mezzogiorno”.
Uno tsunami che rischia di travolgere e abbattere il futuro del Sud, un danno enorme che non è solo sociale ed intellettuale ma anche economico. In questi dieci anni infatti il Sud ha perso 3,3 miliardi di euro di investimento in capitale umano e 2,5 miliardi di tasse, che emigrano verso le università del Nord.
Una cittá di piccole dimensioni e composta esclusivamente da giovani, ogni anno ´scompare´ dal Sud e si sparpaglia nel resto d´Italia. Impossibile pensare a una crescita produttiva del Mezzogiorno se dati del genere verranno proiettati anche per i prossimi anni. Una decisione, la scelta di lasciare il Sud e migrare altrove, che i numeri sembrano voler tristemente tradurre in una imposizione figlia della mancanza di alternative. Alle istituzioni il difficile compito di invertire il sistema e farla diventare, davvero, una scelta.