Codice etico, Brunetti a Reggio Futura: 'Falcomatà si sarebbe dovuto dimettere, ma...'

L'ammissione da parte del sindaco facente funzioni a Reggio Futura: "Il Codice Etico ha valora solo morale, non giuridico"

“Per la prima volta, un membro di questa amministrazione, ammette, che ai sensi di quel Codice Etico, che loro stessi hanno sottoscritto, Falcomatà, all’indomani della condanna, si sarebbe dovuto dimettere”.

Lo ha detto il presidente di Reggio Futura, Avv. Italo Palmara che, questa mattina, ha indetto una conferenza stampa presso l’hotel Torrione per annunciare i risvolti dell’istanza presentata al Comune per avere delucidazioni in merito alle mancate dimissioni del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà in virtù del Codice Etico siglato dall’amministrazione comunale.

Il Codice Etico e le mancate dimissioni del sindaco Falcomatà

Palmara: “Un uomo vale quanto la sua parola”

“Il sindaco facente funzioni ammette che il primo cittadino eletto si sarebbe dovuto dimettere sottolineando, però, che, secondo il Codice Etico, non prevede, in capo a chi lo sottoscrive, un obbligo di natura giuridica, bensì morale.

Una verità sacrosanta. Nessuno ha mai infatti detto che ci fosse un obbligo giuridico da parte del sindaco a dare le proprie dimissioni. È vero anche, però, che un uomo vale quanto la sua parola. Se dunque io sottoscrivo un Codice Etico, sono tenuto, poi, a rispettarlo, altrimenti vuol dire che la firma è stata unicamente un’operazione di facciata, di marketing, per mettermi il mantello della legalità, per dire che la “mia” è un’amministrazione trasparente. Il rispetto delle regole, però – ha proseguito l’avv. Palmara – non si dimostra con le parole, ma con i fatti. Il sindaco Falcomatà restando arroccato sulle proprie posizioni ha dimostrato, invece, di non avere neanche il rispetto nei confronti di chi lo ha votato, in virtù di quello che aveva predicato in campagna elettorale (legalità sopra ogni cosa; il palazzo è di vetro, trasparente; rispetto delle regole). Ma, i fatti dimostrano il contrario”.

Il Presidente di Reggio Futura ha poi concluso con un’ultima riflessione:

“È vero che il sindaco Brunetti non può imporre a Falcomatà le dimissioni. Ma, forse,  dovrebbe sollecitarlo chiedendo il rispetto di quanto previsto dal Codice Etico”.

La replica di Brunetti a Reggio Futura: il valore ‘morale’ del Codice Etico

Alla “diffida ad adempiere acquisita con prot. n. 1 1378 del 17.01.2023 – Violazioni Codice Etico approvato dal Consiglio Comunale; richiesta di informazioni su iniziative intraprese e da intraprendere ex art. 21 per farlo rispettare” ha fatto seguito il riscontro da parte del sindaco f.f. della città di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, all’interno del quale viene riportato quanto segue:

“In riscontro alla Sua missiva di cui oggetto, relativamente agli impegni assunti dagli amministratori con l’approvazione della delibera di Consiglio Comunale n. 33 del 14 giugno 2016 recante “Approvazione Codice Etico per la buona politica”, si rappresenta quanto segue:

Preliminarmente, l’adesione al suddetto codice etico ha, per sua definizione, un valore esclusivamente morale; con esso gli amministratori si impegnano personalmente a dimettersi dal proprio incarico nel caso in cui siano destinatari di sentenze di condanna definitiva per determinati reati o, nel caso di specie, per come testualmente riportato nel testo dell’ art. 20, “in caso di condanna non definitiva per reati cui la legge associ la sospensione della carica, omissis. ad aderire spontaneamente e senza ritardi a tali prescrizioni”.

L’adesione, dunque, alla “prescrizione” di dimettersi o rimettere la carica, non può che essere spontanea. Nessuna sanzione è giuridicamente azionabile nei confronti di chi abbia scelto di non ottemperare a tale impegno personale. Diversamente ragionando, si determinerebbe una grave violazione di diritti e valori di rango costituzionale, non derogabili con fonti di natura regolamentare, né tanto meno con deliberazione di organi politici dal tenore meramente dichiarativo di intenti, quale l’adesione spontanea ad un codice etico contenente prescrizioni non contemplate da nessuna norma di legge.

L’ordinamento giuridico, basato sul principio della rappresentanza democratica, non consente, al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge, alcuna forma di costrizione alle dimissioni da parte di un sindaco eletto. Gli strumenti normativi allo stato approntati dall’ordinamento giuridico per la cessazione dell’incarico di Sindaco sono esclusivamente quelli della mozione di sfiducia, da votarsi da parte del Consiglio comunale nelle forme e nei modi di legge e della decadenza dall’incarico nel caso di condanna definitiva passata in giudicato”.