Falcomatà, fine dell'interdizione...ma non dei problemi: rischio danno erariale per il Comune

Nuovo grattacapo per il sindaco Falcomatà, atteso nei prossimi mesi dalla sentenza del Tribunale di Catanzaro

E’ un Falcomatà ‘3.0’ quello del 2024. Evidente l’ipertrofia comunicativa del primo cittadino, ogni giorno impegnato in sopralluoghi e visite e appuntamenti di varia natura. Il sindaco peraltro da 4 giorni ha ripreso pieni poteri e può tornare a firmare in prima persona tutti i decreti di Palazzo San Giorgio. Si è infatti conclusa l’interdizione di tre mesi dopo la vicenda che aveva visto coinvolto in passato Falcomatà.

Riavvolgiamo il nastro.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione, aveva già inviato fa al Comune una lettera evidenziando l’incompatibilità della nomina di Giulio Tescione quale amministratore delegato di Hermes. L’incompatibilità è stata verificata dal Consiglio dell’Autorità ed effettivamente riscontrata da Anac.

La lettera evidenziava inoltre come non è possibile affidare incarichi di questo tipo, “A coloro che sono stati i presidenti e amministratori delegati di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte di Province e Comuni e loro forme associative della stessa regione. Non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di una provincia di un comune con popolazione a 15.000 superiore a 15.000 tanti o di una forma associativa del comune aventi la medesima popolazione l’autorità”.

Tescione, nel momento di ricevere l’incarico, ricopriva già il ruolo di amministratore delegato di Recasi, da qui l’evidente incompatibilità con la possibilità di ricevere la nomina quale Ad di Hermes.

La contestazione avviata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione è proseguita con il decreto dell’ufficio della prevenzione della corruzione di Palazzo San Giorgio che ha notificato l’interdizione per 90 giorni di Falcomatà, tre mesi (nei quali i decreti hanno portato la firma del vicesindaco Brunetti) che si sono conclusi il 25 gennaio.

Lieto fine e ritrovato potere di firma e serenità per Falcomatà? Non del tutto. Finita la sospensione dovuta alla segnalazione ANAC n.1383/22.del..1307/2022, i problemi per il sindaco non sono finiti. Secondo quanto raccolto infatti, nella stessa Assemblea dei soci che che ha nominato Tescione (poi risultato incompatibile), Falcomata aveva revocato tutto il CDA per poi rinominarlo in una seduta successiva.

Seduta che aveva visto al contempo la revoca, presumibilmente senza giusta causa e senza giusta motivazione, di un solo componente con quest’ultimo che si è rivolto al Tribunale, con la prima udienza che si è tenuta lo scorso settembre.

La revoca di un componente di una società per azioni pubblica senza giusta causa e senza giustificato motivo comporta il diritto dell’amministratore al risarcimento dei danni. Secondo l’articolo 2383 del Codice Civile, “gli amministratori di una società per azioni sono rieleggibili e revocabili dall’assemblea in qualsiasi momento, anche se nominati nell’atto costitutivo, salvo il diritto dell’amministratore al risarcimento dei danni, se la revoca avviene senza giusta causa”.

La delibera assembleare che adotta tale decisione deve specificamente enunciare le ragioni che integrano la giusta causa e (a quanto pare) in quella assemblea non era mansionata nessuna motivazione a giustificare la revoca del componente dell’assemblea.

Per tale motivo, secondo quanto raccolto, il prossimo 6 giugno il sindaco Falcomata in qualità di presidente dell’assemblea dei soci Hermes dovrà rispondere al Tribunale ordinario di Catanzaro. Nel caso in cui dovesse essere condannato il Comune al risarcimento del danno, si potrebbe ipotizzare un danno erariale.