La Campania e la Calabria possono vantare una storia olivicola molto antica e una struttura produttiva dalle grandi potenzialità. Nel Cilento con il suo olio D.O.P. Cilento, nella Penisola sorrentina, a Paestum, ma anche in numerose altre aree della regione, la presenza dell’olivo è ampiamente documentata così come in Calabria specialmente nella Piana di Gioia Tauro. In Campania la tradizione vuole che le prime piante fossero introdotte dai Focesi, nel IV sec. a.C. L’olivo domina il paesaggio nelle aree interne e svolge una funzione insostituibile nella protezione del suolo e nella conservazione dell’ambiente.
In Calabria grazie ai Fenici e ai Greci che perfezionarono le tecniche di estrazione dell’olio oggi la Regione può farsi vanto di produrre un buon extravergine tanto da guadagnarsi un posto in Europa e non solo come IGP di Calabria. Di tutto questo se n’è parlato venerdì 3 novembre a Perdifumo (SA) presso il convento Santa Maria degli Angeli che ha ospitato il convegno dal titolo “Olivicoltura e Olio extravergine di oliva del Mezzogiorno, confronto tra la Regione Campania e la Regione Calabria” alla presenza di professionisti del settore, imprenditori, delle Istituzioni e docenti dell’Università di Salerno.
Ad aprire i lavori il presidente della Proloco Perdifumo e frazioni Dott. Agostino Pisano il quale dopo i saluti di benvenuto ha ringraziato i numerosi imprenditori e cittadini interessati all’evento che hanno riempito la platea. “Un momento questo, dice il Presidente, importante non solo per il territorio di Perdifumo ma per tutta l’area del Cilento che grazie alle eccellenze e potenzialità che offre il territorio come l’olivicoltura e la produzione di olio extra vergine può ambire ad alti livelli enogastronomici e di turismo”. I saluti istituzionali da parte dell’Amministrazione Comunale sono stati portati dal Vicesindaco di Perdifumo Dott.ssa Rosaria Malandrino la quale ha espresso un ringraziamento agli organizzatori dell’evento ed ha puntato sulle opportunità da cogliere in campo agroalimentare messe a disposizione della Regione Campania in termini di nuovo PSR. Un saluto è stato portato anche da Padre Johny Kaitharath parroco di Perdifumo e Camella che ha ribadito l’importanza dell’olio anche attraverso le Sacre scritture “l’Ulivo è pace, l’olio legame indissociabile con Cristo“.
Ad aprire i lavori il Dr. Antonio Paolillo Tecnologo Alimentare di Reggio Calabria che ha illustrato l’olivicoltura e la qualità dell’olio in Calabria partendo dagli accenni storici legati all’olivicoltura sino ai giorni nostri riportando l’attenzione della platea e degli imprenditori sulle singole fasi e operazioni che dalla raccolta portano al prodotto finito. “Grande attenzione da un punto di vista tecnologico va posta, continua Paolillo, alla fase di gramola stabilendone tempi e temperature idonee per la buona riuscita del prodotto”.
Il Prof. Giuseppe Celano, docente di Gestione e Valorizzazione delle Risorse Agrarie e delle Aree Protette dell’Università degli Studi di Salerno, ha relazionato sulle tecniche di coltivazione dell’olivo in Campania confrontandole con le tecniche intensive e super intensive degli altri Paesi Europei come la Spagna. Il nostro, prosegue il Docente, è un patrimonio ricchissimo di biodiversità del quale non possiamo non sfruttarne tutte le sue potenzialità e caratteristiche per rendere un prodotto eccellente salvaguardando le nostre cultivar autoctone.
Un ottimo contributo è stato portato dalla Dott.ssa Maria Manuela Russo Tecnologa Alimentare Campana che ha relazionato sulle buone pratiche igieniche da adottare in frantoio riportando casi pratici di manuale H.A.C.C.P. da implementare negli oleifici. “Il rischio che si corre in frantoio non adoperando le buone pratiche igieniche e di lavorazione, è quello di rovinare un prodotto a fine processo dove magari vede impiegate come materie prime drupe in buono stato di salute”.
A conclusione dei lavori l’imprenditrice Dott.ssa Antonella Malandrino del omonimo Frantoio la quale ha illustrato tutte le accortezze che vengono poste nell’opificio dalla raccolta delle olive sino all’imbottigliamento. La giovanissima imprenditrice si ritiene soddisfatta per aver raggiunto un ottimo successo legato al suo prodotto ed al territorio illustrando tutte le cultivar che contribuiscono alla riuscita dell’olio D.O.P. Cilento ottenuto dalla premitura di olive delle varietà Pisciottana, Rotondella, Ogliarola, Frantoio, Salella e Leccino per almeno l’ 85%.
A moderare l’incontro il Dott. Paolo Avella collaboratore EPACA Coldiretti Salerno.