Coronavirus, come funziona l'autocertificazione

Chi ha bisogno dell'autocertificazione? Come si ottiene? In sua assenza cosa può accadere? Tutto quello che c'è da sapere sulla nuova misura di contenimento applicata dal Governo

Con l’approvazione del nuovo decreto, DPCM 9 marzo 2020, l’autocertificazione per potersi spostare tra diversi Comuni diviene una misura restrittiva da applicare in tutta Italia. Anche Reggio, la Calabria e tutte le regioni in cui il numero dei contagi da Coronavirus non è ancora elevato, dovranno adattarsi alla nuova normativa.

Già il primo decreto consigliava, qualora possibile, a tutte le aziende di applicare per i propri dipendenti la modalità di smart working proprio per far sì che gli spostamenti si riducano al minimo:

“Si raccomanda a datori di lavoro pubblici e privati di promuovere la fruizione da parte dei dipendenti di periodi di congedo ordinario o ferie, ferma restando la modalità di lavoro agile disciplinata per tutto il territorio nazionale”.

CHI HA BISOGNO DELL’AUTOCERTIFICAZIONE

I cittadini potranno continuare a spostarsi per lavoro, salute o necessità, anche se l’Italia, adesso, è ‘blindata‘. La misura dell’autocertificazione non riguarda chi, semplicemente, esce di casa per portare il cane a spasso, ma chi per alcune, specifiche, necessità dovrà uscire (e rientrare) dal Comune di residenza.

L’importante è mantenere sempre la giusta distanza di sicurezza, non riunirsi con amici e parenti che non abitano già con voi. Evitare, in qualsiasi modo, gli assembramenti.

L’autocertificazione verrà, dunque, richiesta:

  • su autostrade e viabilità principale. Gli agenti della polizia stradale potranno fermare le vetture e controllare i moduli. Lo stesso potrà essere fatto da Carabinieri e Polizia municipale sulla viabilità ordinaria;
  • nelle stazioni ferroviarie saranno attuati gli stessi controlli sui passeggeri, acquisendo le autodichiarazioni dei viaggiatori;
  • negli aeroporti, i passeggeri in partenza dovranno esibire la certificazione insieme ai documenti di viaggio. Quelli in arrivo dovranno motivare lo scopo del viaggio in fase di ingresso.

IN CHE CASI CI SI PUÒ SPOSTARE?

Lo spostamento può essere determinato solo da una serie ristrettissima di casi:

  • esigenze lavorative (andare e tornare dal proprio lavoro; per i lavoratori dipendenti questo qualora il proprio datore di lavoro non abbia predisposto sistemi di smart working);
  • situazioni di necessità (ad esempio andare a fare la spesa, acquisti di prima necessità o per «altri situazioni particolari» da dettagliare agli agenti);
  • per motivi di salute (visite o esigenze sanitarie di varia natura);
  • rientro presso il proprio domicilio, abitazione e residenza (caso specifico: un cittadino domiciliato a Milano può far ritorno nella località dove mantiene la residenza, ovviamente se le due sedi non coincidono). Vige invece un divieto assoluto di spostamento per le persone sottoposte a quarantena o risultate positive al virus.

COME SI FA A CAPIRE SE UN’AUTOCERTIFICAZIONE È VERA?

A stabilirlo è il ministro degli interni Lamorgese:

“La veridicità dell’autocertificazione potrà essere verificata anche con successivi controlli”.

In altre parole, le autorità potranno verificare se quello che era stato loro comunicato corrispondeva davvero a una delle quattro casistiche previste dal modulo. In caso di violazione si incorre nel reato previsto dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità: pena arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro), a meno che il proprio comportamento “possa configurare un’ipotesi più grave”.

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