Pandemia e riflessi economici: nuovo 'boom economico' in Italia dopo la 'guerra mondiale' al coronavirus?

Quali scenari economici dopo il covid19, l'Italia sarà in grado di rialzarsi e con quale velocità? Le considerazioni dell'avvocato Circosta

Durante questo periodo di emergenza sanitaria causata dalla pandemia Covid-19 anche io mi sono posto un domanda: quale futuro per l’Italia e per noi giovani subito dopo l’ipotetica
fine dell’emergenza? Durante il mio soggiorno in Serbia sto avendo modo di leggere ed ascoltare molte interviste rilasciate da grandi personaggi del XX secolo, da scrittori, giornalisti economisti, giuristi, e mi sono fatto una mia opinione più o meno condivisibile che vorrei condividere con voi tutti, “ad alta voce”.

Durante una mia ricerca mi sono imbattuto in un’intervista molto bella fatta al grande giornalista Indro Montanelli, nella quale viene fatta una disamina interessantissima
sull’Italia e sugli italiani, che consiglio a tutti di vedere appena vi sarà possibile.
Alla domanda del giornalista su quale futuro fosse possibile per l’Italia, Montanelli offre una risposta secca: per l’Italia non c’è futuro, perché l’Italia ignora il proprio ieri di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, e pertanto non potrà avere un domani.

Montanelli continua: “sa una cosa? Il grande Ugo Ojetti, mio maestro, mi dette una risposta sull’Italia, sa quale? L’Italia è un paese di contemporanei senza antenati ne posteri perché senza memoria, Paese ignaro di se stesso, però con una storia straordinaria unica direi!” Continua ancora il giornalista: “ma cosa sarà il domani per gli Italiani, Montanelli?” “Sicuramente
brillantissimo, ma non per l’Italia. Gli Italiani sono i migliori nei campi dove operano, dalla scienza, alla chimica, fisica, moda, musica, ecc gli Italiani!”. Beh, diciamo che l’intervista continua, ed in parte condivido il pensiero di Montanelli, ma certamente ora sta a noi cercare di far valere lo spirito nazionalista che ognuno di noi ha nel sangue, almeno credo! Se vogliamo essere realisti, il futuro per l’Italia dipenderà molto da noi giovani, anche perché i nostri vecchi saggi sono scomparsi in questa pandemia; cercherò in quest’articolo di fare qualche riflessione sull’attuale crisi mondiale, analizzando brevemente l’attuale situazione, e con la considerazione mista alla speranza che, anche se detta situazione potrebbe sembrare disastrosa, in fondo al tunnel c’è sempre la luce.

Vedete, questo momento storico sarà sicuramente ricordato come quello del “Covid-19” per certi versi simile sotto l’aspetto economico – finanziario, ma non per la moltitudine di morti,
alla Grande depressione, conosciuta anche come la “Crisi del 1929”, che per il crollo di Wall Street, fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l’economia mondiale
alla fine degli anni venti, con forti ripercussioni anche durante i primi anni del decennio successivo.
Ebbe origine da contraddizioni simili a quelle che avevano portato alla crisi economica del 1873-1895, con l’inizio che si ebbe negli Stati Uniti d’America con la crisi del New York Stock Exchange avvenuta il 24 ottobre 1929.

Se volessimo usare il linguaggio militare, potremmo dire che ci troviamo di fronte al lancio di più bombe al neutrone, dagli effetti devastanti su tutto il globo dove gli edifici, le strade, i ponti rimangono intatti, ma scompaiono gli uomini ed il lavoro; dove i grandi economisti spesso non sanno neanche come comportarsi per dare una risposta rassicurante.
Sapete, vedo in questo ultimo periodo lo sguardo quasi assente di molte persone, impaurite come degli automi che si muovono senza una fissa dimora; vedo in loro, ma a nche
in me, lo smarrimento, la paura, con la solita domanda che come un tarlo ogni giorno rosica in testa: quale sarà il domani?

Ma la paura non deve mai prendere il sopravvento; come disse il Giudice Giovanni Falcone “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.”

Andando ora ad analizzare più da vicino qualche dato, possiamo vedere come la crisi riguarda tutte le economie del mondo e tutti i settori – quali agricoltura, industria e terziario –
che già sono in uno stato di paralisi generale. Inoltre si evolve in tempi brevissimi, la velocità con cui questa crisi si sta manifestando è impressionante. La perdita dei posti di lavoro
negli Stati Uniti la scorsa settimana è stata di circa 3 milioni e trecentomila; la borsa di New York ha perso in un mese circa il 35% del suo valore.

L’economia cinese collassa e tocca i minimi storici nei primi due mesi del 2020 per l’impatto dell’epidemia di covid-19, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dall’Ufficio Nazionale di
Statistica di Pechino. La produzione industriale ha segnato la contrazione più ampia degli ultimi trenta anni, segnando una flessione del 13,5% a gennaio e febbraio, mentre le vendite
al dettaglio si contraggono del 20,5% su base annua nello stesso periodo. Intanto la Banca Centrale Cinese ha iniettato cento miliardi di yuan (12,83 miliardi di euro) nel sistema finanziario
a un tasso inalterato del 3,15% ad un anno per mantenere la liquidità a un livello adeguato.

Proprio oggi il “sole 24 ore” in un articolo diceva che il crollo del PIL atteso in Italia ora è nell’ordine del 20% nei prossimi mesi, ed anche assumendo una ripresa nella seconda parte
dell’anno, molte proiezioni del PIL italiano lo riportano indietro rispetto al livello pre-crisi (2007) di quasi un 20%. Tutte le borse mostrano oscillazioni smisurate che riflettono l’isteria e l’incertezza dei mercati finanziari; i tassi di interesse sui “titoli – spazzatura” hanno raggiunto il livello del 2008 e ci sono problemi pure sui mercati creditizi.

Per quanto riguarda i settori che saranno i più colpiti dall’epidemia, gli esperti affermano che tutto ciò che riguarda il turismo, comprese le compagnie aeree, le crociere, i casinò, le
sale cinematografiche e i ristoranti, avrà un impatto immediato. Ma questo si sta ripercuotendo anche su altri settori dell’economia e dei servizi che tendono ad avere lavoratori retribuiti
ad ore, come quelli impiegati dalle piccole e medie imprese, che potrebbero non disporre di un numero significativo di ammortizzatori di cassa per resistere alla tempesta.

I dati pubblicati giovedì dalla più grande economia del mondo – gli Stati Uniti – hanno mostrato un record di 3,28 milioni di americani che hanno presentato domanda di disoccupazione
la scorsa settimana, quasi cinque volte superiore al precedente record, ponendo fine a un’espansione decennale. Alcuni economisti prevedono che il tasso di disoccupazione raggiungerà
presto cifre a livelli mai visti dai tempi della grande depressione. In Europa ci sono annunci di licenziamento da parte di grandi aziende come le compagnie aeree e il produttore
di aerei, e le grandi case automobilistiche che producono al minimo anche quando i governi spingono per mantenere i lavoratori nel loro posto di lavoro.

Certamente il quadro non appare entusiasmante ed anzi preoccupa non poco, ma da questo cataclisma ognuno di noi deve cercare di dare il meglio: i dati forniti sono un bollettino di
guerra economico – finanziario mondiale; ora tocca a noi giovani cercare di fare, ed essere protagonisti del futuro, per la Italia, ed io nel mio piccolo per la mia splendida Calabria;
sapete, un giorno mi sono imbattuto in questa bellissima descrizione fatta dal poeta Leonida Repaci che dice: “Quando fu il giorno della Calabria Dio si trovò in pugno 15000 km² di
argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise
a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi
giapponesi. “: questa e la Calabria la mia terra.

Aiutando la nostra economia, per aiutare anche le altre economie mondiali, ora dovrà essere il momento del risveglio interiore dell’orgoglio di ciascuno: piangere, lamentarsi, aspettare
l’aiuto che arrivi dallo Stato non serve…Credetemi, serve fare come i nostri nonni hanno fatto nel dopoguerra, quando molti giornali stranieri scrivevamo il “Grande Miracolo Italiano”
per descrivere la surreale realtà dell’Italia che si era rialzata dalla crisi causata dalla seconda guerra mondiale con una crescita economica rapida, fino a diventare una grande potenza
Mondiale; sì, il “miracolo” dove venivano ricostruite le case dalle macerie dei bombardamenti: ecco, quell’Italia deve prendere forma in ognuno di noi, deve prendere forma la
voglia di ricostruire.

Sono sicuro che i mesi che verranno non saranno facili per nessuno di noi, ma dobbiamo adattarci a nuove abitudini e stili di vita che prima non ci appartenevano, magari imposti da
qualcuno per l’interesse anche di qualche lobby ancora nascosta.

Vorrei concludere con una bellissima frase di Sant’Agostino d’Ippona che dice: “Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente.”

Antonio Circosta