Coronavirus: disturbi del sonno e benessere sociale. Premiato lo studio di un ricercatore reggino

Ha conquistato l'interesse nazionale con la sua ricerca

E’ nato a Milano ma ha vissuto per 18 lunghi anni a Reggio Calabria, nel quartiere di Arangea.

Si diploma al Liceo Scientifico ‘L.da Vinci‘ per poi lasciare la propria terra d’origine, destinazione Padova. Segue la laurea triennale, quella magistrale in Psicologia, poi il Dottorato di ricerca in Psychological Science e infine diversi periodi di formazione all’estero tra cui Lussemburgo, Gran Bretagna Belgio.

Natale Canale è un ricercatore universitario del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione all’Università degli Studi di Padova e in tempi di Coronavirus ha effettuato e sta portando avanti diverse ricerche sul come le persone hanno vissuto il recente lockdown.

Lo abbiamo contattato telefonicamente.

“Mi occupo principalmente dello studio relativo alle nuove forme di dipendenze comportamentali nei giovani (gioco d’azzardo, video giochi, uso problematico dello smartphone e dei social media). Ho cercato di approfondire come le caratteristiche individuali e contestuali interagiscono nel determinare un fenomeno comportamentale, con un focus specifico sulla popolazione giovanile. In particolare, nell’ultimo periodo, ho collaborato con diversi colleghi alla realizzazione di studi sul lockdown e su come ha variato le abitudini di vita delle persone e nel brevissimo futuro lavorerò ad un altro importante progetto di ricerca di cui sono responsabile scientifico”.

Natale Canale ha condotto lo studio insieme ad altri tre giovani ricercatori, Nicola Cellini, Giovanna Mioni e Sebastiano Costa.

Insieme sono riusciti a raccogliere i dati sulla qualità del sonno in un campione di 1310 persone tra i 18 e i 35 anni. Il periodo preso in considerazione è stata la settimana tra il 17 ed il 23 marzo, la seconda di lockdown completo, mettendolo a confronto con i primi sette giorni di febbraio (periodo di massima serenità). I ricercatori hanno potuto constatare che a causa di differenti fattori, tra cui la ridotta attività fisica e la scarsa esposizione alla luce solare, ma anche a causa dell’assenza di attività sociali e delle paure legate a contagio e situazione economica, è stato riscontrato un peggioramento diffuso della qualità del sonno. Ma non solo, perché dalla ricerca è emerso anche come, tra gli altri effetti da lockdown, sia stato riscontrato un netto cambiamento nei ritmi sonno-veglia, un incremento deciso nell’uso di internet e media digitali e una distorta percezione del tempo che scorre.

Lo studio ha evidenziato dunque i dati legati alla salute mentale, con il 24.2% del campione che ha mostrato sintomi da moderati a estremamente severi di depressione, il 32.6% di ansia e uno su due (il 49.47% dei lavoratori e il 51.6% degli studenti) sintomi di stress.

“Come è stato vivere il lockdown a Padova? Vò Euganeo è stata tra le prime città colpite dal virus e rientranti nella zona rossa e dunque non è stato semplice. Sono stati mesi di paura, incertezza, ansia, smarrimento, mesi di distanziamento sociale, di mancanza di relazione con gli affetti. Insomma dalla socialità si è passati all’individualità: ciò ha determinato una totale assenza di legami, affetti e cure da dare e ricevere. Ma è stato anche un tempo da dedicare maggiormente a me stesso, per capire cosa voglio, cosa mi piacerebbe fare del mio futuro. In questo periodo ho anche lavorato tanto, per dovere e per piacere, perché amo il mio lavoro e non lo cambierei con nessun altro”.

Il giovane reggino Canale infine tiene a sottolineare il grande attaccamento alla sua terra d’origine.

“Ho sempre amato Reggio Calabria e non è stato facile abbandonare la “mia terra” per iniziare una nuova vita a Padova. Mi manca spesso il legame con la “mia” città (il mare, le passeggiate sul lungomare davanti allo Stretto, la cucina calabrese, il sole…) e ovviamente il legame con la mia famiglia e gli amici. Mi capita spesso di pensare, con nostalgia a molte mie esperienze positive nella comunità reggina – dalla parrocchia di San Giovanni Nepomuceno ad Arangea al Liceo Scientifico Leonardo da Vinci. Oggi però sono felice di vivere e lavorare a Padova (e in Veneto in generale), una terra che amo per diversi motivi e dove ho costruito nel tempo relazioni sociali significative, belle ed importanti per me”.

Infine un augurio.

“Mi auguro per il futuro un ritorno alle relazioni sociali il più possibile “tangibili” e di tornare a viaggiare, a muoversi, a scoprire città nuove non dimenticandomi di guardare all’origine, che per me è anche l’essenziale come la mia bella Reggio…”