Coronavirus, slittano ad ottobre prossimo le elezioni comunali

Nella bozza del Decreto del Governo, ancora modificabile, sono ridefinite le date degli appuntamenti elettorali

Messina, 3 ott. (Apcom) - Si torna a votare a Messina. Il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia ha infatti annullato il risultato delle elezioni del 2005 accogliendo il ricorso presentato al Tar dalla lista del Nuovo Psi. La lista del Nuovo Psi era stata esclusa a seguito della diatriba, DA allora ancora in corso, tra Bobo Craxi e Gianni De Michelis, per il possesso del simbolo del partito, il garofano rosso, poi risolsasi a favore di De Michelis. Decadono quindi il sindaco di Messina, Francantonio Genovese, candidato a guidare il Partito democratico in Sicilia, il 14 ottobre, e il Consiglio comunale eletti nel 2005.


Ci avevamo sperato tutti. Addetti ai lavori e non. Perché una conferma della data delle elezioni comunali, previste per fine maggio, avrebbe rappresentato certamente una buona notizia rispetto all’emergenza coronavirus. E invece no. Le elezioni comunali slittano a dopo l’estate.

A riferirlo è l’Ansa, secondo cui nella bozza, ancora provvisoria e soggetta a possibili modifiche, del decreto coronavirus, si precisa che “In deroga a quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, della legge 7 giugno 1991, n. 182, limitatamente all’anno 2020, le elezioni dei consigli comunali, previste per il turno annuale ordinario, si tengono in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2020”.

Ma nella bozza si parla anche di referendum per il taglio dei parlamentari che “è fissato in duecentoquaranta giorni”, e che quindi permette un nuovo slittamento del referendum stesso. L’ordinanza che ha ammesso il referendum risale a fine gennaio dunque i 240 giorni scadrebbero a fine settembre. La data potrebbe essere fissata tra i 50 e i 70 giorni successivi e quindi la consultazione può slittare fino all’autunno.

Il decreto in lavorazione si occupa anche del mandato delle giunte Regionali a statuto ordinario in scadenza, che viene prorogato di tre mesi rispetto alla durata prevista fino ad ora dalla legge. “Gli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario il cui mandato scade entro il 31 luglio 2020, durano in carica 5 anni e 3 mesi”, si legge nel testo che – conclude il lancio dell’Ansa – interviene su Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Le Giunte potranno essere operative nella pienezza dei poteri loro attribuiti.

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