Pedofilia, La Caramella buona: ‘Si indaghi nella chiesa reggina’
L'associazione nazionale ha ricevuto segnalazioni che riguardano episodi di abusi che coinvolgerebbero ex membri della comunità francescana dell'Eremo
31 Luglio 2025 - 17:11 | Comunicato Stampa

L’Associazione nazionale La Caramella Buona ha chiesto che venga fatta chiarezza sul caso di un religioso arrestato a Cosenza per presunti fatti di pedofilia avvenuti a Reggio Calabria. L’Associazione, che da sempre si batte per la tutela dei minori, ha espresso la propria preoccupazione per quanto emerso, ricordando che ambienti che dovrebbero essere al di sopra di qualsiasi scandalo, come quello religioso, non devono essere immuni da indagini e verità.
L’impegno de La Caramella Buona
Il presidente dell’Associazione, Roberto Mirabile, ha confermato la volontà della Onlus di ascoltare le vittime e di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario, al fine di sostenere chi ha subito abusi. “Confidiamo pienamente nel lavoro dei carabinieri e della magistratura“, ha dichiarato Mirabile, sottolineando che è giunto il momento che tutti i responsabili vengano messi nelle condizioni di parlare in nome della verità.
Le segnalazioni inquietanti
Negli ultimi giorni, La Caramella Buona ha ricevuto segnalazioni circostanziate che riguardano gravi episodi di abusi che si sarebbero verificati nel corso degli anni e che coinvolgerebbero alcuni ex membri della Comunità Francescana dell’Eremo di Reggio Calabria. Secondo le segnalazioni, le gerarchie religiose erano a conoscenza degli abusi, ma anziché intervenire per fermare gli scandali, avrebbero preferito trasferire i presunti colpevoli a Cosenza, ignorando la gravità dei fatti e agendo con omertà.
La richiesta di verità
L’Associazione ha ribadito la necessità di fare piena luce su quanto accaduto a Reggio Calabria e in altre aree della Calabria, chiedendo che le autorità competenti indaghino a fondo e che vengano adottate tutte le misure necessarie per fermare gli abusi e tutelare le vittime. La Caramella Buona ha inoltre sollecitato la massima trasparenza da parte delle istituzioni religiose, affinché vengano accertate le responsabilità di chi ha taciuto e ha agito in modo da permettere che gli abusi continuassero.