Così vicine, così lontane: l'insopportabile distanza tra Reggio e Messina

Le due città vivono un'epoca completamente differente, con Reggio costretta a guardare con invidia i dirimpettai

E’ opinione diffusa, storicamente, che i reggini non siano ‘veri’ calabresi e i messinesi non siano ‘veri’ siciliani, ma un mix originale ed ibrido. Due popoli in forte contrapposizione ma in qualche modo avvicinati da una mancata appartenenza comune. Due città separate dallo Stretto, vedono da più di mezzo secolo un ponte invisibile ad unirle, opera che l’attuale Governo si dice convinto di poter finalmente realizzare.

Reggio Calabria e Messina, unite dall’immane tragedia del 1908, preferiscono annusarsi a vicenda, forse senza odio ma certamente senza troppo affetto. Soprattutto, senza aver mai dato la reale sensazione di voler costruire un percorso comune, che dalla sinergia tra le due città possa portare ad una concreta area dello Stretto, dalle immense potenzialità. ‘Dello Stretto’ ci sarebbe l’aeroporto Tito Minniti, oltre il nome però non c’è nulla ad animare uno scalo dove a volare più che gli aerei sono le polemiche.

Così lontano, così vicino’ è il titolo di un film del regista tedesco Wim Wenders, datato 1993, perfetto per sintetizzare l’aria differente che si respira nello Stretto negli ultimi anni. Messina, dall’avvento di Cateno De Luca (sostituito da Federico Basile nel 2022) vive un’era di fermento e sviluppo, turismo e programmazione.

Reggio Calabria invece esibisce un’immagine completamente diversa ed è costretta a guardare con invidia i dirimpettai, un pò come quando si scruta la ricca e variegata tavola del vicino di casa, mentre si mangia pane e cipolla.

L’estate 2023 sembra voler aumentare le distanze, accentuare le differenze tra le due città. Soltanto nell’ultimo mese, Messina ha ospitato l’evento di beach volley ‘ProTour’ (migliaia di presenze), ospitato due navi da crociera Msc ogni settimana, organizzato una tappa del Tezenis Summer Festival (più di 25 mila presenze), riempito il San Filippo per il concerto di Tiziano Ferro (40 mila presenze), presentare la nuova Arena Peloro, struttura che ospiterà il villaggio Rds e una serie di concerti di rilievo nazionale. L’elenco si ferma qui per sintesi ma sarebbe decisamente più lungo e si intensificherà nelle prossime settimane.

Reggio Calabria, al contrario, vive forse l’estate più anomala e triste della propria storia recente. Il bando legato all’Estate Reggina è stato presentato con forte ritardo, senza alcun evento di rilievo a poter quantomeno offrire un pò di sollievo.

Il Lungomare Falcomatà è il solito teatro delle incompiute, con un Lido Comunale ‘chiuso per speranze future’ e una serie di interruzioni stradali a causa di lavori che definire imbarazzanti nelle tempistiche è un eufemismo. Pochi i turisti, tanti i rimpianti. Numerose le problematiche che soffocano ogni sogno di rilancio, a partire dalle difficoltà datate legate ai servizi essenziali. Un film che ormai in riva allo Stretto è diventato un malinconico remake, da proiettare puntualmente ogni 12 mesi.

“VisitMe” il brand scelto dall’amministrazione comunale messinese per puntare con forza sul turismo e l’indotto ad esso legato. Una precisa strategia che negli ultimi anni ha dato i suoi frutti, numeri che raccontano nero su bianco di un’amministrazione capace di programmare con lungimiranza e centrare obiettivi importanti.

Del ‘Reggio città turistica’ invece si sono perse le tracce da un pezzo: una frase buona per le campagne elettorali o per stuzzicare ogni primavera dei reggini, prima che arrivi il momento di fare i conti con la realtà.

Il futuro anche per il 2023 rimane l’unico appiglio, l’appuntamento è rinviato al prossimo anno. Senza una politica capace di attuare scelte incisive e lungimiranti però, il rischio di auto illudersi è altissimo. La speranza di vedere una Reggio ‘più vicina’ a Messina, al contrario, quasi inesistente…