Decreto Calabria a un passo dall'approvazione, a Roma però scoppia la protesta

"Siamo in piazza per la sopravvivenza, perché così le strutture della sanità privata non possono sopravvivere", sottolineano i circa 250 lavoratori della sanità privata calabrese

“Il decreto Calabria è stato approvato in Commissione Igiene e Sanità“. Ad annunciarlo è stato il presidente della Commissione Sanità Pierpaolo Sileri, del MoVimento 5 Stelle. Il decreto, come preannunciato nei giorni scorsi, è stato approvato senza modifiche nel testo già licenziato in prima lettura dalla Camera. Niente da fare, dunque, per le 152 proposte emendative presentate.

“Si tratta – spiega Sileri – di un provvedimento molto importante che agisce su più fronti: intanto ci sono norme fondamentali per risollevare la sanità calabrese ridotta al collasso da anni e anni di politiche servite solo, purtroppo, ad aumentare i costi e diminuire i servizi.

Ma non solo: stabiliamo che nelle Regioni commissariate i direttori generali potranno essere nominati solo da una graduatoria di merito, sblocchiamo il turn over nelle Regioni in piano di rientro e interveniamo contro la carenza dei medici. Ringrazio tutti i componenti della Commissione per il lavoro svolto nel consueto spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri lavori”.

Intanto, nel pomeriggio, l’Assemblea di Palazzo Madama ha iniziato l’esame del decreto. Il testo, che può ormai considerarsi ‘blindato’, potrebbe essere approvato in via definitiva già nella giornata di domani.

PROTESTE A ROMA

No allo svilimento del lavoro di migliaia di operatori sanitari che lavorano nelle aziende calabresi” e “No all’ennesimo corpo inferto ai servizi sanitari della regione Calabria”.

Con questi slogan hanno dato vita a una protesta in piazza Montecitorio a Roma i circa 250 lavoratori della sanità privata calabrese accreditata aderenti alle associazioni di categoria Federlab (l’Associazione di Categoria maggiormente rappresentativa dei Laboratori di Analisi Cliniche e dei Centri Poliambulatori) e Anisap, Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private.

«Abbiamo letto il Decreto Calabria – spiega Alessia Bauleo, responsabile di Federlab Calabria- e abbiamo scoperto che non c’è niente per la Calabria. Non si parla della questione principale della sanità calabrese: il mancato raggiungimento dei livelli minimi di assistenza.

La Calabria è al minimo storico. In particolare questo è particolarmente evidente nel settore della specialistica ambulatoriale, settore fondamentale per la prevenzione e come tale andrebbe potenziato. Esami di laboratori analisi, tac, ecografie, radiografie, per cui vi sono liste di mesi e anche di anni in Calabria. In questa situazione il problema non viene affrontato.

Vengono consolidati i tagli già presenti nei precedenti commissariamenti, in particolare quello di Scura. Dove sta il cambiamento? Noi vogliamo che il decreto venga riformulato».

«Siamo in piazza per la sopravvivenza – aggiunge Genanfio Lamberti, presidente Fedelab – perché le strutture non possono sopravvivere quando negli ultimi quattro anni hanno avuto una decurtazione di più di un terzo dei fondi, da 66 miLioni e mezzo a 44 milioni».

Ha espresso solidarietà alla protesta anche l’Ordine dei biologi. «Oggi tanti colleghi sono in piazza – rileva Pietro Sapia, consigliere nazionale dell’Ordine dei biologi- è un obbligo per noi cercare di portare istanze a favore di questi colleghi»