Defender Europe 2020: migliaia di soldati arrivano in Europa, ecco perchè

Nonostante l'emergenza Coronavirus sta arrivando in Europa il più grande dispiegamento di truppe USA degli ultimi 25 anni per "Defender Europe 2020"

Tutta l’Italia è in quarantena, i controlli in entrata e in uscita sono rigorosi e gli eventi di ogni tipo sono sospesi con tutti i cittadini chiamati a rispettare le rigide regole dei DPCM emanati negli ultimi giorni a causa dell’emergenza Coronavirus ma fra le notizie che sta interessando di più c’è sicuramente quella de Defender Europe 2020.

Defender Europe 2020

Nonostante questo allarme, però, in Europa sbarcano migliaia di soldati americani per un’esercitazione militare che definire “d’impatto” sarebbe anche riduttivo dato il numero di unità impiegate: si tratta del più grande dispiegamento di truppe USA sul suolo europeo negli ultimi 25 anni.

Nel complesso, l’esercitazione denominata “Defender Europe 2020” in programma da anni, avrebbe dovuto coinvolgere oltre 37 mila unità. Ai 20 mila statunitensi si sarebbero dovute unire altre 10 mila unità americane già presenti sul suolo europeo e altri 7000 soldati di membri e partner della Nato.

Cosa è cambiato dopo l’emergenza Covid-19?

L’Italia ha comunicato di non poter partecipare, in quanto gli uomini e le donne della Difesa sono in campo senza sosta per fronteggiare l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle importanti delibere decise dal Governo. In più, nella serata di mercoledì, l’esercito americano ha annunciato di aver ridotto la portata dell’esercito a causa della pandemia di Coronavirus.

Ma cos’è davvero Defender Europe?

Il primo gruppo di militari USA è sbarcato nel porto tedesco di Bremerhaven, e la US Army Europe ha comunicato che le truppe inizieranno a spargersi lungo tutta la regione europea per proteggere l’Europa da qualsiasi potenziale minaccia“. Il riferimento, anche se non palesato, è in chiaro riferimento ad una presunta minaccia slava.

Paragonandola all’operazione “Reforger” che per decenni durante la guerra fredda ebbe lo scopo di portare in Europa direttamente dagli USA numerose truppe a scopo di contrasto di un eventuale attacco del Patto di Varsavia, l’esercitazione in corso in queste ore è decisamente più macchinosa e accurata. Basti pensare che sono coinvolti ben 18 stati dell’Unione Europea (Polonia, Germania e Italia tra gli altri).

Stando a quanto traspare, verrà attuata in sette paesi, che dovrebbero essere Belgio, Olanda, Germania, Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia.

Stop ad inutili allarmismi

Non bisogna incominciare a produrre fantasiose idee con scenari da “Terza Guerra Mondiale“, è molto importante prendere contezza di quanto davvero stia accadendo.

Il comunicato diffuso da dalla U.S. Army Europe spiega come questo sia un “dispiegamento di forze che fungerà da banco di prova sia per gli USA che per i paesi europei. I soldati si spargeranno per tutta la regione europea per svolgere esercitazioni condivise che metteranno in condivisione lo stesso scenario, avendo un comando missione coordinato e potranno contare su un sostegno reciproco e di sistemi di comunicazione comuni.”

In corso non c’è alcun tipo di invasione americana. L’obiettivo finale di Defender Europe 2020 (che per inciso, anche la traduzione dovrebbe essere monito di sicurezza) è quello di dimostrare la vicinanza e l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della North Atlantic Treaty Organization (NATO), creata nell’agosto del 1949 proprio per assicurare il benessere e la sicurezza dei paesi che ne fanno parte.

Le perplessità non sono però finite

Accertata la “buona fede” dell’operazione, l’attenzione è subito rivolta alla modalità secondo la quale Defender Europe verrà portata avanti: nel momento in cui il “must” è quello di creare meno movimento possibile, restiamo scettici di fronte all’ipotetico spostamento continuo di decine di migliaia di soldati da una nazione all’altra del territorio europeo. Per limitare i contagi occorre appunto ridurre i contatti tra le persone e anche la circolazione generale.

Al momento, se non in termini numerici, l’esercitazione non ha subito limitazioni, ma proprio per quanto scritto sopra non è da escludere una rimodulazione in corso d’opera. Resta comunque costante il confronto tra le autorità sanitarie dei vari Paesi in cui le truppe in questo momento si stanno muovendo. Sono previsti piani di assistenza sanitaria e medica.