Reggio, Morrone incontra le autorità civili: ‘Sogno un cammino costruttivo’
Il nuovo Arcivescovo punta a promuovere il senso civico ed in particolar modo sui giovani. Il discorso alle autorità
12 Giugno 2021 - 10:35 | di Redazione

Un momento di viva emozione ha coinvolto i presenti in quella che è stata la prima uscita pubblica dell’arcivescovo eletto della Chiesa reggina bovese sul territorio diocesano, subito dopo essersi recato per un atto di affidamento alla Madonna della Consolazione presso il Santuario dell’Eremo.
La cerimonia a palazzo Alvaro per l’arrivo di Morrone
Ad accogliere il presule crotonese sono stati il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, e il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà. Il Prefetto nel porgere il saluto, a nome del Governo, al nuovo arcivescovo, ha detto:
«La nostra è una missione, il nostro compito è aiutare la gente reggina a superare le difficoltà di ogni giorno, ad affrancarsi dalle tante tare che ci portiamo dietro».
Alle parole del Prefetto si sono unite quelle del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà:
«Diamo il benvenuto con tanto affetto e tanta partecipazione a sua eccellenza Fortunato Morrone. Un saluto filiale e affettuoso non solo istituzionale, da parte di tutti la città metropolitana di Reggio Calabria». Il primo cittadino, poi, si è soffermato sulla storia di una comunità «che nei segoli si è aggrappato alla sua guida spirituale per affrontare le difficoltà, ma anche per affrontare i momenti di crescita del territorio. C’è stato sempre un legame di fiducia tra la città e il suo vescovo».
Il discorso del nuovo Arcivescovo
Una volta ascoltati i saluti istituzionali a lui indirizzati, l’arcivescovo eletto di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone, ha detto ai presenti:
«Ho chiara consapevolezza di essere stato chiamato come vescovo in un lembo di Calabria dall’antica e profonda cultura, abitata da persone accoglienti e generose, giustamente orgogliose per la ricca tradizione storica di cui sono depositarie. Nelle vostre persone saluto tutti gli abitanti di questo territorio, specialmente coloro che per vari motivi soffrono di marginalità sociale, economica e culturale, ma anche coloro che, singolarmente o in forma associativa, impegnano le proprie energie creative e solidali per rendere più umano il volto di questa nostra città e più godibile la convivenza sociale.
Il bene disinteressato aggiunto all’esercizio del vostro dovere istituzionale e professionale, signor Sindaco, signor Prefetto, è benedizione per tutti, ma ritorna a beneficio per ciascuno di voi come valore aggiunto alle vostre chiare competenze.
Nei giorni passati mi sono imbattuto in un passaggio di un discorso che don Luigi Sturzo nel 1957 rivolse al Senato della Repubblica che mi pare significativo in questo momento particolarmente impegnativo del nostro paese, bisognoso anche a livello istituzionale e sociale di punti di riferimento chiari.
«La Costituzione – dice Strurzo – è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti, verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà». (Luigi Sturzo, in un discorso al Senato della Repubblica, 27 giugno 1957).
Non occorre alcun commento. Alla luce di questa limpida visione politica, vi chiedo di collaborare per recuperare e promuovere insieme, anzitutto il senso civico della nostra comune convivenza partendo dai nostri ragazzi, dalle nostre ragazze. Credo che impegnare energie e competenze nel campo educativo, appassionandoli al costruttivo protagonismo socio-politico e scommettendo sulla loro fresca creatività, è garanzia di futuro e crescita dell’intera comunità civile, qui a Reggio.
Collaboriamo, allora, a coltivare e promuovere insieme l’umano di ogni donna e uomo, piccoli e grandi, cittadini di questa provincia e cittadini di altri paesi che già hanno bussato al grande cuore accogliente di questa città per trovare casa, riconoscibilità e dignità per il semplice e indiscutibile fatto che sono esseri umani, come me, come ciascuno di noi.
Lavoriamo insieme per il bene di tutti nella chiara e rispettosa distinzione delle rispettive responsabilità e competenze istituzionali. Il dialogo che da parte mia sento necessario con ciascuno di voi, unito all’ascolto attento delle vostre urgenze e competenze ma permettetemi, soprattutto quelle che spero quanto prima mi saranno espresse dai sindaci di questo territorio, è semplicemente per me tradurre nel nostro rapporto istituzionale il senso della sussidiarietà e della solidarietà, capisaldi della dottrina sociale della chiesa, ma presenti, regolati e garantiti come voi ben sapete dalla nostra Costituzione.
A ciascuno di noi sta a cuore, infatti, offrire giuste e essenziali condizioni per permettere ai singoli cittadini e alla ricca presenza di associazioni nel nostro territorio e nella nostra città metropolitana di esprimere al meglio e liberamente le loro attività socio-culturali per il bene di tutti, perché nessuno si senta straniero, piuttosto si ritrovi come a casa sua.
Prendendo spunto dalla sollecitazione che papa Francesco ha rivolto alle chiese in Italia di assumere uno stile di sinodo permanente, desidero sognare con voi un comune e costruttivo cammino nel reciproco ascolto delle istanze e delle provocazioni, a volte accorate, puntuali e concrete, che ci vengono dalla gente.
Contro ogni disaffezione alla cosa pubblica e da una generalizzata rassegnazione che frusta tante forze positive, nella consapevolezza che la laicità e l’autonomia della politica è valore costitutivo e costruttivo del vivere sociale, e interpretando il sentire di molti, mi permetto desiderare che l’esercizio politico sia di alto profilo e di ampio respiro (..ci sono stati maestri cui attingere- e cfr. Fratelli Tutti).
E tuttavia facendo appello e valorizzando tutte le belle energie competenze e risorse umane di cui nostro il territorio è veramente ricco, mi permetto di sognare con voi e con i sindaci e con tutte le istituzioni che voi rappresentate, l’avvio di un comune percorso per diventare insieme a tutti i cittadini protagonisti di un “nuovo umanesimo” (cfr. papa Francesco a Firenze 2015) e che faccia del nostro territorio un polo trainante di rinascita e di rinnovamento sociale, sanitario, economico, culturale e ludico per tutta la Calabria. Sto esagerando?».
Infine, in conclusione, Morrone congedandosi dalle Autorità radunate a Palazzo Alvaro ha dichiarato:
«Insieme, stimandoci vicendevolmente, facciamo rinascere la speranza».
Subito dopo la fine dell’incontro istituzionale a Palazzo Alvaro, l’arcivescovo Morrone si è recato presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria per la celebrazione della presa di possesso canonico dell’arcidiocesi di Reggio-Bova.
