Domani il secondo degli incontri che l’Anassilaos dedica a Dante e alla sua Commedia


Si terrà mercoledì 11 febbraio alle ore 17,00 presso la Sala della Biblioteca della Provincia il secondo degli incontri che l’Associazione Culturale Anassilaos dedica a Dante e alla sua Commedia.
Il prof. Domenico Minuto, studioso e appassionato dantista commenterà il canto XIV del Paradiso. Nel cielo del Sole Beatrice, che guida il poeta nella terza Cantica,  chiede agli spiriti sapienti di risolvere il dubbio di Dante sulla luminosità dei beati dopo la resurrezione  della carne. Sarà l’anima di Salomone a rispondere affermando che i beati  conserveranno la luce che adesso li fascia e che i loro occhi corporei saranno in grado di sopportare un  simile splendore.
Intanto il poeta e la sua guida giungono al cielo di marte illuminato da una luce rosseggiante. In questa sfera gli spiriti di coloro che hanno combattuto per la fede sono disposti su due liste luminose che si intersecano formando una croce greca. Le anime si muovono lungo i bracci della croce, scintillando con maggiore o minore intensità a seconda del loro grado di beatitudine. Dalla croce esce un canto armonioso di cui Dante coglie la dolcezza della melodia. Al suo orecchio giungono le parole “Resurgi” e “Vinci” che esaltano Cristo come trionfatore della morte e del peccato. Un canto eminentemente  teologico il XIV nel quale Dante dimostra come la stessa teologia possa trasformarsi in poesia e ben a ragione tale canto viene considerato uno dei più ispirati del poema.
Il tema della resurrezione dei corpi contiene un umanissimo riferimento a quello che le anime diverranno dopo il Giudizio Universale mentre la seconda parte del canto manifesta la fede verso quella Croce di Cristo che non è più un segno di ignominia  ma un vessillo luminoso che si stende su tutto il cielo a testimonianza della vittoria del Figlio di Dio sulle tenebre e che le anime attraversano elevando inni di gioia “così da’ lumi che lì m’apparinno/s’accogliea per la croce una melode/che mi rapiva, sanza intender l’inno”. “Ben m’accors’io ch’elli era d’alta lode/però ch’a me venia “Resurgi” e “Vinci”/come a colui che non intende e ode”.    

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