Domenica l’Anassilaos, dedica un incontro sul tema “I Dimenticati-Cantautori Italiani”
05 Giugno 2015 - 10:49 | di Vincenzo Comi

Negli anni Sessanta e Settanta le loro canzoni hanno fatto da contrappunto alla nostra vita, hanno accompagnato la nostra crescita, dalla difficile adolescenza alla maturità.
Le loro melodie hanno segnato la nascita e la fine di tanti amori, le gioie e i dolori di una intera generazione che, complice il boom economico dei primi anni Sessanta, scopriva le prime vacanze al mare e il jukebox, sperimentava un benessere di massa che spingeva ai consumi, anche a quelli musicali, con il 45 giri e i primi mangiadischi.
Dal Festival di Sanremo al Disco per l’Estate, dal Cantagiro a Canzonissima fino alle diverse manifestazioni canore allora in voga, le canzoni dei cantautori coprivano l’intero anno e dominavano spesso le classifiche dei dischi più venduti, segnalati ogni venerdì della settimana la celebre “Hit Parade” radiofonica condotta da Lelio Luttazzi. Ai cantautori – ad una parte di essi – oggi forse un po’ dimenticati l’Associazione Culturale Anassilaos, in collaborazione con la Comunità Parrocchiale di San Bruno dedica un incontro sul tema “I Dimenticati-Cantautori Italiani (Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Ivan Graziani, Herbert Pagani, Paolo Morelli) che si terrà domenica 7 giugno alle ore 19,00 presso il Salone Parrocchiale della Chiesa di San Bruno. A relazionare sarà Biagio D’Agostino, responsabile dell’Associazione Anassilaos con la partecipazione di Pino Puntorieri, Franco Scagliola e Giovanni De Benedetto.
Si tratta di un primo appuntamento che analizzerà l’opera musicale di alcuni dei più significativi cantautori italiani, da Umberto Bindi, la cui promettente carriera fu stroncata dalle voci di una sua omosessualità -ricordiamo – a tal proposito – che qualche anno dopo la televisione pubblica, l’unica esistente, allontanò per più di un anno dai suoi programmi Mina rea di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio- all’istriano (era nato a Pola) Sergio Endrigo, più volte presente a Sanremo e vincitore del Festival nel 1968 con “Canzone per te”; da Bruno Lauzi, nato ad Asmara e cresciuto a Genova, considerato – insieme con Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco, e Gino Paoli – tra i fondatori e maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori, a Herbert Pagani e Ivan Graziani fino a Paolo Morelli, di recente scomparso, autore e cantante degli Alunni del Sole, la band che ha saputo coniugare il pop con la melodia grazie all’uso sapiente della lingua napoletana.
Un motivo per tutti “’A canzuncella” che tutti qualche volta abbiamo cantato “Che mm’e ‘mparate a fa, che mm’e ‘mparate a fa Si doppo tantu tempo, te si scurdata ‘e me, e quanno me guardave, e ie pure te guardave cull’ uocchie me guardavo tutt’ e mosse ca faciv”….
