Donne di Calabria: la storia di lotta ed emancipazione di Giuditta Levato

È entrata nella storia per aver combattuto per l’emancipazione delle classi più povere nella sua terra, pagando con la vita

Figure femminili che hanno lasciato un’impronta nella storia, non solo della Calabria ma dell’intera Penisola. È questa la trama dei sei racconti che compongono la docu-serie Rai “Donne di Calabria“.

Dopo l’avvicente narrazione che, la scorsa settimana, ha visto protagonista la giornalista Adele Cambria, simbolo del femminismo militante, interpretata da Eleonora Giovanardi, adesso è la volta di Giuditta Levato.

Donne di Calabria racconta la storia di Giuditta Levato

Prosegue su Rai Storia la docu-serie “Donne di Calabria”, una co-produzione Calabria Film Commission e Anele, in collaborazione con Rai Cultura.

Martedì 28 giugno, alle 22.10, la seconda puntata, diretta da Saverio Tavano. Camilla Tagliaferri tratteggerà la figura di Giuditta Levato, la prima vittima calabrese della lotta al latifondo, una donna di popolo che è entrata nella storia per aver combattuto per l’emancipazione delle classi più povere nella sua terra, pagando con la vita.

“In omaggio ad una donna che è stata protagonista del suo tempo ma soprattutto in omaggio a tutte le donne calabresi abituate a lavorare sodo e spesso in silenzio. In omaggio a tutte le donne che, pur non avendo molta visibilità perché occupate nel loro lavoro quotidiano, sono uno dei pilastri fondamentali della nostra società e che, al momento giusto, com’è accaduto appunto alla contadina di Calabricata, sanno sfoderare grinta e determinazione e diventare protagoniste del loro destino”.

La motivazione con cui, nel dicembre 2004, l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa regionale ha intitolato a Giuditta Levato la sala conferenze di Palazzo Campanella a Reggio Calabria.