'Doppio Sogno' - The illusionist, la magia è servita

*’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte

Abracadabra: la magia è servita. Incredibile come Hollywood, da sempre attentissima ad ogni dettaglio, abbia fatto uscire (nel 2006) a pochi mesi di distanza due film con argomenti cosi simili (magia e dintorni) con l’ovvia conseguenza per lo spettatore di annacquarli entrambi facendone un continuo paragone scena dopo scena.

The illusionist segue di qualche mese il The Prestige di Chris Nolan. In questo lungometraggio, scritto e diretto da Neil Burger, si vive più di fantasia è meno di fatti e personaggi realmente esistiti.

La storia narra di un illusionista, Eisenheim (interpretato da Edward Norton) che dopo una fuga adolescenziale dovuta a questioni amorose ritorna quindici anni dopo choccando Vienna con le proprie illusioni.

L’eco enorme avuto da questi avveniristici giochi di prestigio arriva sino all’impero e alle guardie di stato (Paul Giamatti interpreta il capo della polizia), che allarmate e intimorite da questi misteri celati dietro le magie, sono pronte a tutto pur di arrivare alla verità.

C’è posto anche per il consueto risvolto sentimentale: il mago rivede il perduto amore adolescenziale, ora promessa sposa del principe. Le prevedibili complicazioni sono dietro l’angolo…

Quello che colpisce del film è il perfetto connubio audio\visivo. Ad una scintillante fotografia (di Dick Pope) che ci mostra una Vienna quasi da toccare con mano, giocando sui toni del marrone e del rosso risponde una azzeccatissima colonna sonora (del ricercato Philip Glass), minimale, mai preponderante ma allo stesso tempo presente nei modi e nei tempi giusti.

Da trascurare invece la sceneggiatura, o almeno una buona parte di essa. Anche se in generale il film non annoia, sono troppi sono i buchi e le forzature narrative, mentre la scelta del finale che vorrebbe essere sorprendente non lo è per nulla, risultando invece prevedibile.

Edward Norton, riconosciuto all’epoca da tutta la critica americana come il più valido attore under 40 e negli ultimi anni invece apparso in declino, riesce ad essere un illusionista credibile, ed è già un buon successo. Quello che non riesce al protagonista e ripetere vette di recitazione precedentemente raggiunte (Fight Club e la 25° ora giusto per fare due esempi).

La motivazione probabilmente va ricercata nel non sentire pienamente il ruolo: Norton dà l’impressione di avere il freno a mano tirato, di non essere pienamente coinvolto.

Di sicuro va meglio al grande Paul Giamatti (qui nei panni del corruttibile capo della polizia), ancora una volta sopra le righe nel mostrare le nefandezze personali e quelle di “stato”. Giamatti film dopo film si è rivelato oramai una assoluta certezza per gli studios americani.

The illusionist si palesa come un film dove è preferibile non dare eccessiva importanza ai giochini sentimentali, meglio concentrarsi su come ben ci viene mostrata Vienna, alla facile perdita di coscienza popolare e all’immacolato fascino che da sempre esercitano su di noi la magia e l’illusione, con tutto il mistero che li circondano.