E' San Valentino, il giorno dell'amore. Ma quanto amiamo Reggio?

Quanto amiamo davvero la nostra città? Tanto a parole...meno nei fatti

Il 14 febbraio, come da tradizione, si festeggia l’amore in tutte le sue forme. Esistono, come in ogni, cosa, le differenti scuole di pensiero. Per alcuni San Valentino è un giorno come gli altri 364, chi lo rispetta e si abbandona al romanticismo lo festeggia come meglio crede, per i più pessimisti (per dirla come Jim Carrey nel film ‘Se mi lasci ti cancello’) San Valentino “E’ una festa inventata dai fabbricanti di cartoline di auguri, per far sentire le persone di merda”.

L’amore, declinato in ogni sua sfumatura, non riguarda soltanto le relazioni tra persone. E non è fatto soltanto d’amore: c’è rispetto, bene, attaccamento, affezione.

Il sentimento che lega ognuno di noi alla propria città, ad esempio, è una forma di amore. Un amore che sfugge a regole e scelte (non siamo noi infatti a decidere dove nasciamo) e che vive un tempo tutto suo. Puoi lasciare fisicamente la tua città, e purtroppo capita spesso da queste parti, ma non si interromperà mai il filo invisibile che ti lega ad essa.

E’ un legame profondo, viscerale, e come tutti i legami fatto anche di gelosia, rabbia, talvolta odio.

Quanto amiamo davvero Reggio Calabria? Difficile capirlo. Impossibile poi ‘catalogare’ e unificare il sentimento di ogni reggino.

Ognuno di noi, guardandosi allo specchi, sa quanto davvero ama la sua città. Amare significa anche accettare, comprendere difficoltà e momenti bui.

Reggio Calabria sembra vivere una fase di decadenza affettiva, una ‘crisi coniugale’ con i propri cittadini. ‘Sei bellissima’ è un ritornello sempre in voga, spesso però si tratta una frase svuotata dalla sua essenza.

Reggio Calabria non è solo il meraviglioso Lungomare o il centro storico, ma anche buche stradali, problemi idrici, periferie disagiate. Ma è la nostra cità, e lo rimarrà per sempre. Dovremmo amarla di più: mettendo da parte le parole, e dando priorità ai fatti.