"Ex Polveriera di Reggio, lo sgombero con la forza per negare il diritto alla casa a due nuclei familiari"

Il Comitato sul disagio abitativo: 'Sia garantito diritto alla casa '

“Per la città il 15 luglio potrebbe essere una data da dimenticare. Purtroppo non si hanno notizie positive per le famiglie dell’ex Polveriera escluse dal Comune dall’assegnazione di un alloggio.

Pare che proprio giovedì sia in programma lo “sgombero coatto” nella parte della baraccopoli che è interesse di investimenti da parte del Ministero della Difesa per la costruzione di una nuova caserma e di altre strutture sia civili che militari”.

Il Comitato sul disagio abitativo chiede all’amministrazione comunale di evitare lo sgombero coatto di due famiglie dall’ex Polveriera di Ciccarello.

“Quanto potrebbe avvenire domani è un atto di forza verso due famiglie che vorrebbero semplicemente andar via dalle baracche in cui sono nati e cresciuti. Ma chiedono di farlo non replicando le dinamiche che le hanno costrette a coabitare da sempre per estrema necessità e chiedono che gli venga garantito il diritto fondamentale all’alloggio.

È paradossale ma il Comune vorrebbe perpetuare lo stato di cose che avvengono per puro bisogno ma che spesso viene imputato all’appartenenza culturale delle persone da sempre vissute in un contesto di esclusione abitativa.

Ancora una volta un’istituzione cuce addosso alle persone un’etichetta, perpetuandola nonostante questi esseri umani chiedano esattamente il contrario.

Del resto è illegale l’assegnazione di un alloggio a più nuclei familiari assieme, legati da parentela, quando la normativa vigente prevede l’assegnazione di un alloggio per ogni nucleo familiare. Questo è quanto il Comune ha imposto al nucleo della signora Bevilacqua Mimma.

È ugualmente illegale l’intimazione notificata dal Comune al nucleo familiare della signora Bevilacqua Giovanna di trasferirsi presso l’alloggio assegnato al nucleo del figlio, sostenendo che lo stesso sia stato assegnato anche al suo nucleo, mentre la relativa documentazione di assegnazione riporta il solo nucleo del figlio non convivente.

Così, se domani avverrà quanto annunciato, due famiglie, di cui una composta da tre bambini, saranno costrette a sgomberare con un atto di forza e a coabitare con i propri parenti (in uno dei due casi sarebbero in 8 in un solo alloggio) nonostante la legge vigente e la volontà di vivere finalmente in un’abitazione con spazi adeguati e la comprensibile riservatezza familiare.

Chiediamo, ancora una volta, al Prefetto, al Sindaco e all’assessore Albanese, di interloquire con queste famiglie per garantire loro il diritto alla casa che dia una speranza di un futuro diverso a persone che non hanno avuto fino adesso la possibilità di essere trattati secondo giustizia, in maniera egualitaria e non discriminata nel corso della loro vita.

Se il Comune ha necessità di altro tempo per reperire i due alloggi da assegnare ai nuclei, quest’ultimi potrebbero rimanere nelle due baracche, senza impedire la chiusura dei cancelli, permettendo loro di accedere alle baracche attraverso la stessa via che il Comune ha concesso alle altre famiglie che, nella stessa area, occupano un edificio di cemento armato a 3 piani costruito su demanio e al quale, fino ad oggi, hanno avuto accesso attraverso l’area militare.

Sarebbe un modo non solo di garantire il diritto alla casa, ma di correggere un’operazione che vede applicati anche due pesi e due misure”.