Accusa di abuso d'ufficio a Falcomatà, Ripepi: 'C'è un protocollo annullato. Fatto grave'

"Dopo aver letto i documenti, ho visto anomalie che adesso dovranno essere approfondite dalla magistratura", afferma Ripepi

Reggio, nuova grana per il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà. La Procura di Reggio Calabria infatti ha chiuso le indagini in merito alla mancata costituzione di Parte Civile del Comune nel processo Miramare.

Reggio Futura, più di un anno fa, aveva sollevato la questione attraverso una denuncia presentata dal presidente Italo Palmara. All’interno di Palazzo San Giorgio invece, il consigliere di opposizione Massimo Ripepi (anche in qualità di presidente della Commissione Controllo e Garanzia) attraverso numerose sedute aveva provato a fare luce sulla vicenda.

“Se Giuseppe Falcomatà ignora e gli viene concesso di continuare ad ignorare  l’obbligo giuridico di rassegnare le dimissioni sancito dalla approvazione della delibera del Consiglio comunale n. 33 del 14-06-2016, anche la burocrazia dell’Ente, in persona dell’Avv. Fedora Squillaci, in palese violazione delle più elementari regole istituzionali, in esse comprese quelle del galateo, si sottrae alla convocazione della Commissione Controllo e Garanzia finalizzata ad acquisire notizie precise e dettagliate sulla mancata costituzione di parte civile dell’ente nel processo Miramare”, le parole di Ripepi circa un anno fa.

Dopo la conclusione delle indagini, Ripepi torna sulla vicenda ai microfoni di CityNow.

“Nei primi giorni del 2023, porterò all’attenzione del presidente del consiglio Vincenzo Marra una relazione conoscitiva delle indagini, che era stata già portata in commissione. Rimango garantista e coerente con quanto affermato in vicende di questo tipo in passato, ma dopo aver letto la relazione e i documenti devo sottolineare che ho visto anomalie che adesso dovranno essere approfondite dalla magistratura”, il pensiero di Ripepi.

Il consigliere di minoranza evidenzia come l’amministrazione comunale, a suo parere, utilizzi due pesi e due misure.

‘E’ il solito modus operandi di questi 8 anni. Il Comune si costituisce parte civile con i cittadini e i dipendenti ma con la casta no. Oggi più che mai questa vicenda va approfondita in consiglio comunale, speriamo che il presidente Marra la porti il prima possibile all’interno dell’Aula Battaglia. Parliamo di fatti gravi, come ad esempio un protocollo ufficiale annullato da un dirigente comunale”.

 

Comune parte civile nel processo Miramare: i dubbi di Ripepi

“Non ci è chiaro il metodo dell’amministrazione Falcomatà e vorremmo che qualcuno ce lo spiegasse mettendoci la faccia, di fronte ad una riunione pubblica e di fronte all’intera città, che attende di capire quali parametri assume la politica locale per fare il bene comune. Non solo un problema politico, etico e morale, ormai, ma qui c’è in gioco anche un risarcimento finanziario.

Il danno erariale ha un suo peso in questa vicenda, perché se l’avvocatura civica avesse avuto la creanza di costituirsi parte civile nel processo penale già sei anni addietro, oggi il giudice, per effetto della condanna in primo grado, sempre in merito al Miramare, avrebbe potuto avviare una provvisionale, ovvero un inizio di risarcimento danni da parte degli amministratori colpevoli. E questo persino se il reato penale cade in prescrizione.

E’ intendimento della commissione di vigilanza acquisire presso la burocrazia comunale  puntuali risposte alle seguenti domande”:

  1. Il Comune è stato individuato dalla Procura come persona offesa nel momento in cui ha chiuso le indagini del  processo Miramare?
  2. Perché l’Ente non si è costituito parte civile nel processo Miramare? Se esistente, sia spiegato quale il criterio giuridico che ha orientato tale scelta.
  3. Dal momento che il Sindaco era imputato e si trovava in una palese situazione di conflitto di interessi, a chi competeva la decisione di procedere alla costituzione di parte civile?
  4. Nella qualità di Dirigente dell’Avvocatura Civica, era titolata a decidere la costituzione di parte civile in autonomia rispetto al Sindaco?
  5. I Dirigenti del Comune di Reggio Calabria sono giuridicamente obbligati a rispettare i precetti derivanti dalla delibera 33 del consiglio comunale che il 14 giugno 2016 ha approvato, facendolo proprio, il codice etico?