Fondi Pnrr, Sala: 'Vadano a chi sa usarli, Milano è pronta'

Il Sindaco di Milano, come il Presidente della Liguria, preme per portare più soldi nelle proprie casse: "Dateli a chi li sa investire"

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Il sindaco di Milano, Beppe Sala, reduce, negli anni, da diverse magre figure nei confronti del Sud Italia, è tornato a rendersi protagonista di un’altra infelice proposta, questa volta a margine del Parlamento europeo, a discapito delle Regioni meridionali italiane.

Il tema, divenuto da qualche settimana ormai, centrale è quello dei fondi relativi al Pnrr.

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Fondi Pnrr, per Sala “Vadano a chi sa usarli”

Nonostante si sia discusso a lungo sulla ripartizione dei fondi del Piano di resilienza, in molti ancora sembrano dubitare della necessità di non suddividere i finanziamenti in modo equo, bensì dare di più a chi ne ha più bisogno, per permettere a tutti di rialzarsi e rimettersi economicamente in sesto. A far resistenza, come avvenuto già in passato, sono le Regioni del Nord, in particolar modo Governatori e Sindaci, due su tutti sono balzati recentemente alla cronaca: la scorsa settimana il Presidente Toti ed oggi il Sindaco Sala.

Non capita spesso che destra e sinistra siano d’accordo su qualcosa, eppure stavolta due esponenti di due partiti diametralmente opposti (Italia al centro ed Europa Verde) sembrano aver in comune la volontà di sottrare i fondi spettanti alle Regioni del Sud per indirizzarli nelle loro casse. Dunque, appare evidente, come “il partito del Nord” non si celi dietro questa o quella bandiera od un politico in particolare, ma veda coinvolti, trasversalemente, le due fazioni che governano l’Italia.

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Sui fondi del Pnrrcosa fa un governo saggio? Li dà più alle realtà locali e a quelle che hanno un track record secondo cui possono investire. Io dico: ‘se ci sono dei residui, dateli a Milano'”.

Lo ha detto il sindaco di Milano parlando con i cronisti al Parlamento europeo. Non ci sarebbe neanche tanto da stupirsi, dato che in passato, il primo cittadino del capoluogo lombardo si era fatto promotore di un ritorno alle gabbie salariali, sottolineando come non fosse corretto che “un lavoratore percepisse lo stesso stipendio a Milano ed a Reggio Calabria”.

“Sembro un provocatore ma non lo sono perché ci sono una serie di progetti che ho nel cassetto e che, se mi fossimo finanziati, io ce la faccio entro il 2026. Le parole del ministro Raffaele Fitto di ieri” sui ritardi sul Piano “suonano un po’ come una resa ma siccome siamo ancora in tempo estendiamo a tutti l’operazione verità e diamo i fondi a chi li sta investire”.

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Indubbiamente la macchina organizzativa del Sud, non funziona come quella Nord, da qui la necessità di indirizzare più fondi al Meridione. Sarebbe bello, per sfatare ogni mito, trovare qualcuno disposto a porgere una mano in segno di aiuto, anziché proclamare tagli.

Chissà come finire l’ennesimo braccio di ferro contro il Sud.

Fonte: Ansa