La proposta di un efficiente 'Modello Calabria' di contrasto al coronavirus

La proposta del dott. Fabio Foti, di un modello operativo d'azione strutturato, moderno e ben congegnato

Riceviamo e pubblichiamo un appello alle istituzioni: l’innovativo modello operativo di intervento pianificato dal dott. Fabio Foti.

“In conseguenza di ataviche carenze strutturali nel campo organizzativo, strutturale e tecnologico del comparto Sanità, le istituzioni che governano la Regione Calabria non possono permettersi di giocare questa battaglia in difesa (solo contenimento attraverso la quarantena parziale e la gestione ospedaliera dei casi), ma devono contrattaccare al fine di prevenire la diffusione capillare del contagio.

Per scongiurare il pericolo incombente dei numeri “lombardi” (ma anche “emiliani”, “veneti” e, prossimamente, “piemontesi”, “toscani” e “marchigiani”), purtroppo spiegabili con la carenza qualitativa e quantitativa di DPI (mascherine ffp3 biohazard, tute ed occhiali protettivi, camici impermeabili in tessuto-non tessuto, visiere di barriera, saturimetri, guanti in vinile/nitrile, gel idroalcolici igienizzanti) a disposizione di medici, infermieri, oss e conseguente elevata presenza di operatori sanitari e parasanitari infetti asintomatici, con gli ospedali ignari amplificatori del virus, con una strategia di lockdown (quarantena per la popolazione) non completa ed adeguata al contesto, con l’indisciplina e la strafottenza di parte dei cittadini ed, infine, con la totale mancanza di protocolli di gestione dei casi domiciliari dei pazienti con scarsa sintomatologia oppure con quadri clinici iniziali.

La regione Calabria non deve essere conservativa e passiva, ma sfruttare l’enorme possibilità offerta dall’insegnamento dai gravi errori commessi all’inizio di questa pandemia partendo dalla semplice considerazione che il virus cammina sulle gambe degli asintomatici e, soprattutto, su quelle degli operatori sanitari asintomatici come dimostrato dagli oltre 3.500 (con 15 decessi) casi registrati finora tra medici ed infermieri mandati a combattere in trincea a mani nude.

Risulta conseguenziale impostare la strategia regionale per contrastare il virus strutturandola su tre pilastri:

  • Quarantena ultrarestrittiva (il 100% dei lavoratori deve rimanere a casa ad eccezione del personale veramente essenziale definendo ulteriori inasprimenti nella gestione del lockdown locale con massiva applicazione della disciplina sanzionatoria);
  • Sorveglianza attiva per intercettare gli asintomatici (DPI e tamponi orofaringei/nasofaringei per medici, infermieri, farmacisti oss e personale parasanitario, mascherine contenitive e test rapidi pungidito per la popolazione generale che non può rimanere in quarantena, da eseguire in tende pre-triage oppure attraverso check point in macchina su convocazione);
  • Assistenza domiciliare dei pazienti francamente sintomatici (con denaturazione <95%, febbre alta, tosse, affanno, respiro corto) o paucisintomatici (quindi all’insorgenza dei sintomi stessi), con quarantena assoluta per tutti i familiari che vivono con il paziente al fine di evitare la creazione di piccoli focolai domestici.

L’approvvigionamento dei DPI e delle maschere contenitive può e deve avvenire attraverso accordi con produttori nazionali o internazionali, ma anche attraverso lo sfruttamento della produzione autoctona con stampanti 3D (attraverso file scaricati da piattaforme open source), mentre ulteriori iniziative a corredo devono essere la calendarizzazione di massivi interventi istituzionali di igienizzazione e sanificazione ambientale, l’estensivo utilizzo dei droni per un più capillare controllo del territorio e, qualora necessario, l’intervento dell’esercito a presidio dei varchi in entrata ed uscita (con aree di pre-filtraggio) di ogni comune.

Ma anche trasparenza della catena di comando nei confronti dei cittadini (aggiornamenti particolareggiati su piccoli focolai, chiusure, regole, ordinanze e delibere almeno una volta al giorno tramite sms/video e la gestione di un sito dedicato con una mappa interattiva a cui riferirsi al fine di conoscere la diffusione del virus sul nostro territorio in tempo reale) e pieno utilizzo della tecnologia sviluppando una app che, attraverso database e geolocalizzazione, tracci in tempo reale i movimenti delle persone positive e possa avvertire chi è entrato in contatto con loro, il tutto in modo del tutto anonimo per ottemperare alla vigente normativa sulla privacy”.

Strategia d’attacco, basata sulla prevenzione e sull’anticipo. Così vinceremo.

Dott. Fabio Foti, microbiologo e virologo clinico, direttore sanitario Poliambulatorio La Feluca