La foto del secolo, il buco nero spiegato da due docenti reggini

E' una conferma della teoria della Relatività, all'osservazione hanno partecipato 8 radiotelescopi di tutto il mondo

La foto del secolo, la prima in assoluto mai scattata a un buco nero è ancora più affascinante perché rappresenta un passo in avanti importante nella comprensione dei segreti del cosmo e una nuova sfida alla teoria della relatività di Albert Einstein.

Lo ha detto all’ANSA Mariafelicia De Laurentiis, astronomia e astrofisica dell’Università di Napoli Federico II e della sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che come membro della collaborazione Eht ha coordinato il gruppo di analisi teorica dell’esperimento .

CityNow ha intervistato l’astrofisico Marco Romeo,  che ha considerato la conferma fotografica della teoria di Einstein dal punto di vista didattico nel contesto del planetario col quale collabora:

“In un momento in cui l’astronomia si studia marginalmente solo al primo anno del liceo scientifico, la presenza di una struttura come il planetario Pythagoras è fondamentale per mantenere alta l’attenzione dei ragazzi verso qualcosa che sta sopra le nostre teste (e che, a causa dell’aumento dell’inquinamento luminoso, non siamo più in grado di guardare) piuttosto che in basso, verso lo schermo di un telefonino” 

Nello specifico, il docente reggino, ha spiegato:

“I ragazzi che si stanno preparando alle olimpiadi hanno già svolto dei problemi teorici che riguardano buchi neri, stelle di neutroni e quant’altro. Vedere adesso tramite una foto che la teoria di Einstein è, nuovamente confermata, li ha entusiasmati: oggi a scuola molti di loro mi hanno fatto tante domande su questo argomento e il fatto che,che ancora nell’era tecnologica, riescano ancora a stupirsi, meravigliarsi e porsi interrogativi è sicuramente incoraggiante, perché vuol dire che stiamo facendo bene la nostra parte e che le generazioni future sapranno ancora ragionare e rispondere ai nuovi interrogativi dell’umanità“.

Dello stesso avviso è il cosmologo Giovanni Palamara contattato da CityNow:

“E’ molto importante far capire come grazie alle tecnologie si riesce a rilevare qualche cosa che fino a tempo fa era impossibile. Il pubblico deve capire che ciò viene fatto al Planetario non è lontano dalla vita quotidiana, riusciamo finalmente a vedere qualche cosa e capire di più. L’importanza sociale è comprendere che la scienza fa delle scoperte che possono essere successivamente verificate. Noi proprio per questo cerchiamo di elaborare un mentalità scientifica che permetta di discernere ciò che è vero da ciò che falso, i giovani in tal senso devono avere sempre più un criterio di selezione, a tal scopo la scienza ci può aiutare”. 

E’ l’ennesima occasione di crescita culturale, nel momento in cui la Calabria e, in particolare la provincia di Reggio, si sta affermando negli ultimi anni non solo come numero di partecipanti (+38,5% rispetto all’anno scorso) ma anche come livelli raggiunti: un bronzo alle olimpiadi internazionali (a cui accedono i vincitori di quelle nazionali) ed una premiata come miglior rappresentazione artistica di un problema.