Reggio, giornalisti zittiti davanti a Bombardieri e Lombardo: colpa della legge Cartabia

Libertà di stampa vigilata: col decreto Cartabia i giornali li fanno i magistrati. Per la prima volta a Reggio cronisti in silenzio in conferenza stampa

E’ stato a dir poco mortificante.

Non solo per il sottoscritto. Ma per tutti i giornalisti presenti alla conferenza stampa di oggi presso il comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza. Di buon mattino, il lancio della notizia sui provvedimenti nei confronti di 36 soggetti coinvolti in traffico internazionale di droga nel porto di Gioia Tauro.

L’anticipazione conteneva anche l’invito ai giornalisti a presenziare alla conferenza di metà mattinata. Ed eccoci, puntuali come un orologio svizzero, tutti presenti all’appuntamento, muniti di microfoni, penna, taccuino e camera.

Attendiamo pazientemente l’arrivo del procuratore Bombardieri e del PM Lombardo. Proviamo a strappargli un commento prima dell’inizio della conferenza. Ma niente.

“Nessuna domanda, mi dispiace – dichiara amaro il dott. Bombardieri – Né prima, né dopo. Né durante”.

Seguono imbarazzo e sguardi sbalorditi incrociati tra i colleghi indispettiti. Incassiamo il colpo ed educatamente, ma non senza lamentele, ci sediamo. Da lì il monologo dei procuratori e dei comandanti della Guardia di Finanza.

Terminata la conferenza, tutti in rigoroso silenzio, via verso le rispettive redazioni.

Per la prima volta, oggi è stata applicata in modo tassativo la legge sulla presunzione d’innocenza voluta dal ministro della Giustizia Marta Cartabia. Fino ad oggi ci è stato concesso e permesso di porre qualche domanda, di interloquire con chi dà esecuzione ad importanti provvedimenti. Ma adesso la musica è cambiata.

Gli effetti reali sono questi. Niente più domande da parte dei giornalisti il cui ruolo evidentemente cambia in peggio.

La norma entrata in vigore il 14 dicembre intende monopolizzare il potere di divulgare le informazioni sui procedimenti penali nelle mani del capo dell’ufficio inquirente.

E quello che fino ad oggi abbiamo sempre temuto si concretizza irrimediabilmente in realtà.

Oggi il malumore tra i giornalisti era evidente. Se prima, qualcosa veniva riferito, dopo insistenti domande da parte dei giornalisti, adesso è severamente vietato parlare con la stampa.

La legge che affossa i giornalisti, figlia della ‘presunzione di innocenza’, è entrata in vigore a dicembre scorso con la firma della Guardasigilli e voluta dal deputato di Azione Enrico Costa.

Adesso ne subiamo la severa applicazione.

Nessuno oggi ha digerito il bavaglio della legge Cartabia. Ed è chiaro come il limite nel diritto di cronaca è a dir poco clamoroso…