'Gotha', Cordova a CityNow: "La 'ndrangheta è cambiata. E fa ancora più paura"

Si intitola 'Gotha' il nuovo libro di Claudio Cordova, uscito oggi. Ai microfoni di CityNow, il giornalista reggino racconta come la 'ndrangheta '2.0' si sia evoluta, arrivando ovunque

E’ uscito oggi in tutte le librerie ‘Gotha’, il nuovo libro di Claudio Cordova, direttore de IlDispaccio.it

L’inchiesta del giornalista reggino (che si avvale della prestigiosa prefazione del procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho) affonda le proprie radici nella storia della ‘ndrangheta, svelando e analizzando i legami con la massoneria, gli ambienti eversivi e il mondo delle Istituzioni.

Attraverso un percorso che nasce dagli anni ’60 e che arriva all’attualità, il volume indaga sul lato più oscuro della criminalità
organizzata calabrese.

“Ho lavorato a questo libro per anni, anche in Messico durante le notti insonni. Un lavoro intenso e faticoso, ma ne è valsa la pena”. Cosi Cordova, ai microfoni di CityNow, sintetizza la fatica (e la soddisfazione) che lo ha accompagnato sino alla pubblicazione.

“L’idea di scrivere questo libro nasce dal tentativo di dare un visione reale della ‘ndrangheta, non più ancestrale, ma evoluta, al passo con i tempi. E’ una ‘ndrangheta ‘2.0’, più silente e nascosta, e proprio per questo fa ancora più paura”, sottolinea Cordova.

Una ‘ndrangheta che ha ‘scalato’ rapidamente posizioni in un’ipotetica gerarchia delle criminalità organizzate. Come una piovra, con i tentacoli capaci di arrivare ovunque.

“Forse è questo l’aspetto più inquietante che emerge nel libro. C’è un lungo filo rosso che parte dagli anni ’60 e arriva sino ai giorni nostri, in questo percorso ho avuto modo di capire come  la ‘ndrangheta fosse ovunque. Omicidi Falcone e Borsellino, rapimento di Aldo Moro, tentativi di colpi di Stato”.

Il cambiamento, racconta il giornalista reggino nel libro ‘Gotha’, nasce negli ’70 con la creazione della sottostruttura denominata ‘La santa’, abile a dialogare con magistratura, servizi deviati e massoneria. In quegli anni la ‘ndrangheta passa da un modus operandi più ‘fisico’ e visibile ad un agire fluido e impercettibile.

“La ‘ndrangheta, a differenza della mafia siciliana con l’epoca delle stragi ha combattuto visibilmente lo Stato, ha sempre preferito andare a patti con le istituzioni.

Questa differenza nel modo di agire è il segreto che l’ha portata ad essere considerata la principale criminalità organizzata a livello mondiale. Oggi la ‘ndrangheta è ancora più evoluta, imprenditoriale, fatta di personaggi talvolta insospettabili.

Come un camaleonte, è brava a mimetizzarsi. Per queste ragioni -spiega il giornalista reggino- è ancora più complicato per gli inquirenti scovarla”.

Dall’analisi che emerge dall’inchiesta di Cordova, si nota come la ‘ndrangheta è riuscita a superare le diverse epoche, modificandosi e al contempo rimanendo sè stessa.

“Un sistema che è andato avanti a prescindere dal ‘don’ di turno, basandosi su legami radicati. Vedere la ‘ndrangheta all’interno delle più oscure storie italiane, con la capacità di rimanere sotto traccia, è stato l’aspetto che più mi ha sorpreso”, racconta Cordova.

Tra i diversi obiettivi che il giornalista reggino si pone con la pubblicazione di ‘Gotha’, due in particolare emergono con forza.

“Il tentativo è quello di accendere i riflettori sulla ‘ndrangheta come aveva fatto ‘Gomorra’ di Saviano con la camorra, facendola uscire dai confini regionali.

La speranza invece -conclude Cordova- è di dare un piccolo contributo nel vedere la nostra terra diversa, più consapevole. Aiutare a combattere lo sconforto che porta i cittadini a non fidarsi di nessuno, perchè non sanno mai chi hanno davvero di fronte”.