Guidò la diocesi reggina, monsignor Ferro verso la beatificazione
Diventato arcivescovo di Reggio Calabria si trovò a vivere i violenti anni Settanta. Che affrontò Vangelo alla mano
09 Luglio 2019 - 12:02 | Redazione

Si avvia a diventare beato l’arcivescovo mons. Giovanni Vittorio Ferro, dell’Ordine dei Chierici Regolari di Somasca nato a Costigliole d’Asti il 13 novembre 1901 e morto a Reggio Calabria il 18 aprile 1992. Guidà la diocesi reggina dal 1950 al 1977.
Sabato mattina, 6 luglio, infatti, Papa Francesco, dopo l’udienza concessa al card. Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha promulgato il decreto delle virtù eroiche del presule.
Il 29 settembre 2011, in occasione della chiusura della causa a livello diocesano l’allora arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e presidente della Conferenza Episcopale Calabra, mons. Vittorio Mondello, parlava di una “giornata storica e non solo per la Chiesa di Reggio Calabria ma per l’intera chiesa calabrese” che nei giorni precedenti aveva vissuto la gioia della diocesi di Cosenza-Bisignano per la beatificazione della prima donna calabrese dichiarata Beata, sr. Elena Aiello.
“Dappertutto in Calabria la figura paterna di mons. Ferro, che è stato anche presidente dei vescovi calabresi, è conosciuta ed amata”, ricordava Mondello in quell’occasione aggiungendo che a Reggio Calabria è “rimasta l’orma indelebile del suo ministero, la testimonianza singolare della sua vita santa”: mons. Ferro “aveva saputo dare alla gente Dio. La gente ha bisogno di Dio, ne ha fame e sete. Mons. Ferro ha saziato questa fame e questa sete”.
Il presule “reggino” è sempre stato vicino a tutti coloro che avevano bisogno del suo aiuto. Si ricorda la vicinanza al popolo durante i cosiddetti “moti di Reggio Capoluogo” del 1970 “compiendo incisiva opera pacificatrice, e sedando gli animi più accesi”
Durante il periodo di guida della diocesi eresse nuove parrocchie, ricostruì il seminario arcivescovile, ed istituì l’O.R.A. (Opera Reggina Asili) che contava un asilo in ogni parrocchia. Fondò la Scuola Superiore di Servizio Sociale, una delle prime sorte in Italia, incrementò la P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza) e l’O.N.A.R.M.O. per l’assistenza morale e religiosa dei lavoratori, le Pie Unioni.
Lascia la diocesi reggina, per raggiunti limiti di età il 4 giugno 1977 e il Consiglio Comunale gli concese la cittadinanza onoraria. Il 28 agosto, dopo aver celebrato la messa presso il Monastero della Visitazione, parte per Roma e si stabilisce presso la Curia Generalizia dei Padri Somaschi. Ritorna poi in città dove muore il 18 aprile 1992 e viene seppellito nella Cattedrale.
fonte: famigliacristiana.it
