I videodibattiti delle Muse: la superbia nella finzione letteraria, critica e religiosa
12 Novembre 2014 - 17:20 | di Redazione

Si sono aperti i “Videodibattiti delle Muse”, un’occasione per discutere su temi ed argomenti del nostro tempo. Così Giuseppe Livoti- presidente del sodalizio reggino al primo appuntamento, venerdì scorso presso la nota Sala d’Arte di Via San Giuseppe 19.“Io conduttore” di queste serate “I vizi capitali” dibattuti seguendo una nuova formula con la nota giornalista Paola Abenavoli ed un opinion leader che, di volta in volta si confronterà sull’argomento della serata.Un nuovo format culturale animato anche da un dibattito aperto ed intenso. Tra i vizi capitali si è scelto come primo incontro in particolare la “superbia”. Paola Abenavoli giornalista professionista, critico teatrale e cinematografico che ha collaborato con numerose riviste nazionali da Ciak, Film Tv, Hystrio, il Sole 24 ore, da esperta del settore ha rivolto dapprima il suo intervento al rapporto tra cinema, televisione e sud come dimostrano anche le sue pubblicazioni come “Un set a Sud” e “Sud si gira”, testi che dimostrano come si può creare un archivio di tutti i prodotti audiovisivi girati nelle nostre regioni. I vizi capitali si prestano anche ai video, ai soggetti, alle storie ha continuato la Abenavoli così come dimostra la Letteratura della storia del cinema inventando e costruendo personaggi che identificano la Superbia. “Il caso Thomas Crawford” con un grande confronto tra due attori Anthony Hopkins e Ryan Gosling che interpretano due personaggi in cui la superbia si manifesta in maniera differente e che danno vita al classico gioco “gatto e topo”, tutto fondato su intelligenza, astuzia, ma anche arroganza e supponenza; ed ancora “Il Falò delle vanità” con Tom Hanks, in cui ognuno dei personaggi tenta di manipolare gli avvenimenti in modo da trarne un vantaggio. Un testo accattivante invece “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears ( nello stesso anno uscì un altro film, tratto dallo stesso libro di Chorderos de Laclos dal titolo “Valmont” che ebbe però minore successo) con gli straordinari John Malkovic e Glen Close nei panni della perfida marchesa de Merteuil, personificazione della superbia. Per non parlare de “Il grande dittatore”, film del 1940 di e con Charlie Chaplin, in cui la superbia viene ridicolizzata e vinta dallo splendido monologo finale.L’opinion leader della serata Mons. Giorgio Costantino parroco della chiesa di Santa Maria del Divin Soccorso ha ricordato come la ripetizione dei peccati anche veniali, genera vizi, tra i quali si distinguono i peccati capitali. Il peccato è un atto contrario alla ragione, ferisce la natura dell’uomo ed attenta alla solidarietà umana. La superbia è l’amore sregolato di sé, l’illogica presunzione di essere superiori agli altri conclude monsignore e le realtà illusorie della tv, del teatro, della società a volte presentano questa tematica come valore aggiunto e non da condannare. Rifiutiamo così la nostra dipendenza creaturale da Dio ed invece di adorarlo, adoriamo noi stessi.