"Il cielo è la mia casa". La storia di Daniela, reggina che gira il mondo in camper

Accompagnata dal fedele amico a 4 zampe Spritz, la reggina Daniela De Girolamo da un anno gira il mondo in camper. Il racconto della sua vita ai microfoni di CityNow e le foto

Quante volte abbiamo pensato che la vita che stiamo vivendo ‘ci va un pò stretta’? Quante volte, in cuor nostro, abbiamo desiderato far le valigie e lasciar tutto per andare in cerca del nostro destino?

La troppa logica ci tiene spesso ancorati ad una vita che non sentiamo nostra fino in fondo. Ma cosa potrebbe succedere se, per una volta, a vincere fossero i nostri desideri più reconditi, quelli che, a volte, non sappiamo neanche di possedere?

Quella che stiamo per raccontarvi è la storia di Daniela De Girolamo, una 35enne nata e cresciuta a Reggio Calabria che, un bel giorno, ha deciso di impacchettare la sua vita per spostarla all’interno di un camper, che da un anno è la sua casa, insieme al suo fedele amico, Spritz.

“Ci sono alcune cose che ci portiamo dentro da sempre e di cui, solo col tempo, iniziamo a prendere consapevolezza. Ecco, io sapevo già da un pò di voler partire da Reggio ma solo con il passare degli anni quest’esigenza è diventata sempre più evidente”.

Daniela De Girolamo, turista per passione e per lavoro, ha raccontato ai microfoni di CityNow la sua avvincente storia durante un breve pit-stop a Reggio Calabria.

“Tornare a casa è inevitabile. Dovevo far controllare il nuovo camper e sistemare alcuni documenti e poi qui ho lasciato la famiglia ed anche tanti amici.

Devo però confessare che le mura di casa, anche quelle di mia madre adesso mi vanno un pò strette, riabbracciarla è sempre una grande gioia, però non riesco più a ‘chiudermi dentro’ il freddo cemento, è come se qualcosa lì fuori mi richiamasse indietro”.

La domanda viene spontanea, anche se gran parte dei motivi già li conosciamo (come probabilmente li conoscerete anche voi), perchè andare via da Reggio?

“Sono sempre stata un tipo di larghe vedute, mentre la nostra società non sempre lo è. Qui si è abituati ad etichettare ogni cosa, ogni persona per poi cadere nei soliti, banali clichè.

Ovviamente nella mia scelta ha influito anche il nostro posizionamento geografico che, in un certo senso, mi teneva lontana dal resto del mondo a cui io mi sentivo profondamente legata. Troppi chilometri mi separavano dalle mie mete”.

Daniela prosegue:

“E’ vero, al sud si sta bene. Questa città però è un ‘porto’, passatemi la similitudine. E’ come se ci trovassimo in uno stagno ed i reggini fossero dei piccoli pesciolini convinti di essere i più grandi del mondo, non sapendo che allontanandosi (neanche poi di tanto) andrebbero incontro all’oceano ed alle sue meraviglie.

Andando via ho trovato la serenità dell’essere me stessa, dove, quando e con chi voglio. Reggio ha troppi luoghi comuni da abbattere, viviamo ancora di apparenze e non abbiamo capito quanto lo sviluppo, invece, sia necessario.

All’estero tutti questi preconcetti non esistono e per questo gli stranieri ci vedono un pó arretrati”.

Attraverso i suoi racconti di viaggio, Daniela ci ha aperto le porte di un mondo in cui tutto sembra possibile. Un mondo fatto di spensieratezza, in continuo movimento e quasi sempre a contatto con la natura.

“Il mio viaggio è cominciato il 21 settembre del 2018. Durante i primi mesi ho deciso di rimanere in Italia per girare in lungo ed in largo il mio paese, ma anche per una sorta di timore.

Mi sentivo più sicura a rimanere dentro i confini nazionali, luoghi di cui conoscevo cultura e lingua. Ben presto ho acquisito maggior sicurezza anche nel gestire un camper a 360 gradi e mi sono spinta fino in Francia, Spagna, Marocco. I limiti che ci poniamo sono solamente all’interno della nostra mente e una volta abbattuti niente è più in grado di fermarci”.

E’ quasi un anno dunque che la giovane reggina va girovagando per il globo incontrando centinaia di nuove persone e venendo a più stretto contatto con storie, culture, tradizioni di cui era già innamorata da tempo.

“Mi piace definirmi una nomade digitale. Dal momento in cui sono partita ho sentito il bisogno di avere sempre con me ‘un diario di viaggio’ così ho aperto una pagina Facebook ed Instagram attraverso cui aggiorno tutti i miei amici sui miei spostamenti quotidiani e condivido con loro le bellezze di questo pianeta: “Mollo tutto e vado a vivere in camper”.

Mi sono resa conto di non dover lavorare per forza da un ufficio, avere degli orari fissi. Il bello di quest’epoca (ed anche delle esigenze della vita in camper) è che non serve poi così tanto per essere felici. Non è necessario lavorare 12 mesi l’anno e una volta capito come muovermi sono arrivate anche tante possibilità lavorative.

E’ come se l’orizzonte si fosse aperto davanti ai miei occhi, oggi faccio diversi lavori e alcuni di questi li posso tranquillamente gestire dal web ed ogni giorno posso decidere di ‘cambiare panorama’ e fare nuove esperienze. Ovviamente conoscere diverse lingue diventa indispensabile, lo spagnolo e l’inglese mi sono stati molto d’aiuto in questi mesi”.

 

Daniela è partita per cercare di trovare il suo posto nel mondo e, a quanto pare, la ricerca è solamente all’inizio.

“Ho smesso di fare programmi. Mi lascio guidare dalle circostanze. Ad un certo punto ti rendi conto che hai talmente tanto da vivere che è impossibile riuscire a far andare le cose secondo la logica”.

Le parole della girovaga reggina ci spingono a capire che la sua vera passione non è solamente il suo camper, il viaggio in sè o la destinazione, ma le persone.

“Venire a contatto con così tanta gente ti permette di conoscere vite affini alla tua ed altre diametralmente opposte.

Gli stessi amici che mi seguono sui social non vedono l’ora di incontrarmi perchè tra di noi si è instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia, ci scambiamo consigli e confidenze ed è come se fossimo diventati una grande famiglia felice, libera dai dogmi della società che ci vede tutti uguali”.

Daniela è un’anticonformista in piena regola, che ha deciso di non rimanere intrappolata in una vita che non la gratificava e, grazie alla sua esperienza, è riuscita ad aiutare anche tante persone che si sentivano allo stesso modo.

“Niente mi fa sentir meglio delle persone che condividono con me le loro storie. Ricordo ancora di una signora di 60 anni che, grazie ai miei racconti, ha trovato il coraggio di partire da sola a fare per girare in tenda.

Tempo prima mi aveva confidato di volerlo fare da sempre ma di non esserci mai riuscita prima. A volte non ce ne rendiamo conto, ma ‘la svolta’ è veramente dietro l’angolo”.

Daniela conclude il nostro incontro con una delle sue tante perle di saggezza:

“Bisogna imparare dalle piccole cose a stare soli, a non seguire la massa. Bisogna avere il coraggio di tirare fuori la propria identità, altrimenti si rischia un giorno di svegliarsi e capire che stiamo vivendo una vita che non è veramente quella che ci piace.

Reggio e la Calabria hanno tantissimo potenziale, ma i suoi abitanti non hanno capito che i turisti, oltre a farli arrivare, bisogna saperli anche far restare”.