Il comico reggino Gigi Miseferi premiato al secondo Notturno delle Muse

"Io parlo con Giacomo tutti i giorni, la sua presenza è assolutamente tangibile». Il premio Muse 2019 si racconta ai microfoni di Citynow.it.

Continuano gli appuntamenti targati “Le Muse- laboratorio delle arti e delle lettere”, sul tema squisitamente estetico “Questione di sensi”.

Ieri sera secondo appuntamento a chiusura dei “Notturni”, dedicato alla premiazione dell’attore e comico reggino Gigi Miseferi che ha intrattenuto e dilettato il pubblico, tra momenti di riflessione e sketch esilaranti.

L’estetica si coniuga all’etica al cortile delle Muse, dove il garante per l’Infanzia della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Emanuele Mattia, si è fatto promotore di un ambizioso progetto a tutela e salvaguardia dei minori.

«Dobbiamo sensibilizzare le amministrazioni -commenta Mattia- affinché le città diventino più a misura di bambino e possano essere garantiti i diritti dei più piccoli».

Un messaggio di speranza è giunto anche dal mondo della danza: un inno alla vita celebrato attraverso l’esibizione di Samuela Piccolo, dedicato a Patrizia Pipino.

La presenza del presidente della sezione Bersaglieri di Reggio Calabria, Nicola Morabito, ha regalato al pubblico delle Muse un momento in cui il sentimento patriottico si è unito all’orgoglio del Corpo dei bersaglieri, giunto al suo 189° anno di storia.

Il defilé delle collezioni di gioielli realizzate dalla dottoressa Giovanna Cuzzocrea, in arte Crazy Giò, ha inaugurato e concluso la serata dedicata alla sensibilità estetica che solo l’incontro con la creatività può affinare.

E proprio la grinta di una creatività nostrana come quella sprigionata dall’umorismo di Gigi Miseferi, ha conferito ad una cerimonia in grande stile la dimensione familiare e colloquiale che il presidente Muse, prof. Giuseppe Livoti, riesce sempre a ricreare tra i suoi salotti culturali.

«Non è necessaria la presenza fisica», esordisce Miseferi, ricordando la scomparsa dell’amico e collega Giacomo Battaglia, «è più importante quella spirituale. Io parlo con Giacomo tutti i giorni, la sua presenza è assolutamente tangibile». Il premio Muse 2019 si racconta così ai microfoni di Citynow.it.

“Questo premio per me ha una valenza elevata all’ennesima potenza. Intanto perché avviene in questo ritrovo culturale meraviglioso: a tal proposito voglio ringraziare il prof. Livoti per aver creato in questo polo sud della città uno spaccato di cultura che rappresenta la speranza.

Io abito a qualche centinaio di metri da qui, quindi sono venuto a piedi a ritirare questo premio e credo che non mi ricapiterà più in vita mia! Sono venuto a piedi come se fosse un mio red carpet mentale, e arrivando qui ho pensato a moltissime cose: mi sono tornati in mente tanti episodi di vita vissuta in questo quartiere, che sto raccogliendo in un libro con tutto ciò che di bello è accaduto a Reggio.

Questo premio ha una doppia valenza perché mi consente di sfatare il luogo comune del “nemo profeta in patria”. Devo dire che la gente mi ha sempre riconosciuto tanto affetto. Negli anni ’90 quando Giacomo ed io siamo entrati al Bagaglino qui a Reggio si era in piena guerra di mafia, eppure noi abbiamo sempre manifestato con orgoglio la nostra regginità: ogni qual volta si parla di Calabria, io mi sento calabrese ma sottolineo la mia regginità”.

Che ruolo ha oggi la comicità?

“Essere comici a Reggio Calabria purtroppo diventa sempre più difficile perché viviamo un’infelicità collettiva: questo è un tema che affronto spesso nei miei spettacoli quando faccio il paragone tra generazioni.

Io sono del 1966: la nostra è una generazione nella quale ci si confrontava, c’erano delle menti aperte, c’era un acume, c’era la battuta pronta.

Oggi viviamo un clima di rassegnazione, una depressione quasi latente che nasce da un senso di inadeguatezza.

La comicità dovrebbe nascere dalla relazione tra persone che scelgono di essere se stesse senza sovrastrutture: questo comporta la capacità di accettare i propri difetti, accentuarli e scherzarci su. In questo modo diventa autoironia. L’ironia e la comicità sono fondamentali per sopravvivere”.

Una parola che racchiuda un messaggio da consegnare alla città

“La prima cosa che mi viene in mente è la necessità di rimboccarsi le maniche in prima persona e non demandare tutto agli altri. Noi reggini siamo abituati a scaricare le responsabilità: in questa città spesso e volentieri la colpa è sempre dell’altro. Assumiamoci le nostre responsabilità: rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo insieme. Perché quello che può fare la società civile non arriva a fare la politica.

Un caloroso applauso del pubblico ha accompagnato Gigi Miseferi che, al termine della premiazione, ha rivolto in alto lo sguardo, accennando al cielo un lieve saluto commosso dedicato all’amico Giacomo, al suo fianco per sempre. «L’ironia ci salva la vita- conclude il comico reggino-. È una ciambella di salvataggio nelle tempeste dell’esistenza”.

Fotografia di Pierfilippo Bucca