Il legionario, nel film del giovane Papou la pessima battuta su Reggio Calabria

Ci ha lasciato a bocca aperta la scena del film di Hleb Papou su Netflix. Eppure una delle attrici è proprio reggina

A volte capita, mentre si guarda un bel film, di rimanere a bocca aperta.

Per la stragrande maggioranza delle volte lo stupore è provocato da una sequenza straordinaria di immagini, da un bel primo piano, da un’interminabile scena d’azione o da un avvincente dialogo tra attori.

Difficilmente capita invece di rimanere di stucco, specie se si guarda, lo ripetiamo, un bel film, per una ‘battuta infelice’.

E’ successo non troppo di recente con ‘Tolo Tolo‘. In una scena del film, Checco Zalone, rivolgendosi ai suoi ‘compagni di avventura’, dice: “Torniamo in Africa, è meglio, ci vogliono far sbarcare a Marina di Vibo Valentia”.

Apriti cielo. La battuta fece infervorare il sindaco e altri intellettuali meridionali. E via, tutti a parlarne.

Oggi solleviamo un altro ‘caso’, a nostro avviso ben più grave di quanto avvenuto nel film tutto da ridere del comico pugliese.

“Ma te ce sei mai stato a Valleranello? Era meglio se ci mandavate a Reggio Calabria“.

Questa la frase incriminata nel film ‘Il legionario‘ di Hleb Papou.

In una delle scene più importanti della pellicola, un signore che occupa la struttura del quartiere di San Giovanni (Roma), pronta ad essere sgomberata dalla Polizia, dopo la proposta alternativa del Comune di trasferimento a ‘Valleranello’, mal digerita dalle famiglie abusive dell’edificio, giudica così la meravigliosa città in riva allo Stretto.

“…Era meglio se ci mandavate a Reggio Calabria“.

La frase del dialogo, in questo caso però non è estrapolata da una commedia di Checco Zalone bensì da un film crudo, dalle tematiche importanti quali legami di sangue, etica, integrazione e giustizia sociale.

Stona dunque, e di molto, una simile ‘trovata’ del regista.

E ciò che rende ancora più sorprendente è l’origine di una delle attrici del cast di ‘Il legionario‘.

Proprio Miriam Karlkvist, che nel film interpreta la compagna di uno dei protagonisti del film è nata a Reggio Calabria. Chissà cosa avrà pensato quando ha sentito pronunciare quella frase…

Il lavoro del giovane Papou che utilizza il cinema ‘come grimaldello per l’analisi sociale’, è un uno di quei film che fa sul serio e che analizza nel profondo la sofferenza di un uomo pienamente coinvolto tra famiglia e lavoro nel ruolo di figlio e fratello.

Peccato per l’unica pecca del film di un frase a dir poco inopportuna.

E allora non ci rimane che chiedere al giovane e promettente regista bielorusso:

“Ma te, ce sei mai stato a Reggio Calabria?’