Il reggino Rosario Canale è l’autore della canzone “Infinite volte” al Festival di Sanremo
13 Febbraio 2016 - 15:01 | di Redazione

di Laura Maria Tavella– Rosario Canale, cantante reggino classe 1992 è l’autore della canzone “Infinite volte”, cantata da Lorenzo Fragola, in gara in questi giorni al Festival di Sanremo.
Citynow.it ha raggiunto il cantante, che suona per il famoso gruppo “Kalavrìa“, per un’intervista.
Rosario è come un frutto, di quelli talentuosi, della nostra terra.
Uno di quei frutti che cresce piano, con sforzo e sacrificio, ma naturalmente.
Naturale: così come solo il talento per la musica sa essere.
Raggiunto questo traguardo importante, è ora di capire quale nutrimento questa nostra terra è riuscita a dare a Rosario, per averlo fatto crescere tanto ricco di talento, impegno, determinazione e coraggio.
– Qual è stato il tuo primo approccio alla musica e come è cambiato negli anni il tuo modo di intenderla, in base alle esperienze fatte?
La musica dentro di me è nata praticamente da subito. A tre anni il mio giocattolo preferito era la tastiera e a cinque anni ho già cantato al mio primo concorso di canto.
Non ho cambiato molto il modo di intenderla, nel senso che ci metto sempre la stessa passione, lo stesso impegno e per me è sempre il centro della mia vita. Ad esempio, in questi giorni che mi trovo a Sanremo e non ho la possibilità di metter le mani su un pianoforte e suonare, già ci soffro.
L’esperienza, invece, chiaramente ti aiuta a capire tantissime cose, ma devi essere intelligente e perseverare, studiando senza fermarti per ottenere dei risultati.
– So che fai parte del corpo Docenti dell’ “Accademia Pentakaris”. Quanto è importante per te la formazione in un artista? Può contribuire o credi sia assolutamente determinante per raggiungere alti livelli?
Sì, l’ “Accademia Pentakaris” è una bella realtà reggina e ci tengo molto alla formazione degli allievi. Penso che per un artista tutto dipenda dal suo percorso formativo ed è fondamentale per raggiungere alti livelli. Quello che posso consigliare si basa su tre parole incisive: umiltà, sacrificio e impegno. A queste credo sia indispensabile aggiungere una buona dose di serietà.
-Hai partecipato al talent “Amici“. Cosa hai aggiunto al tuo bagaglio di vita, grazie a quell’esperienza?
Come tutti i talent, “Amici” ti proietta in alcuni contesti importanti, ai quali un cantante attuale deve guardare con attenzione.
Credo che i talent siano positivi perché creano nell’artista uno stimolo continuo per migliorarsi, per mettersi in gioco e disinibirsi.
Di sicuro però, dopo un talent, se non si è abbastanza lucidi per capire di non aver ancora ottenuto nulla e ci si ferma, non si va da nessuna parte. Il tutto deve essere sostenuto soprattutto anche dalla componente psicologica e caratteriale, che gioca un ruolo fondamentale.
-Sei l’autore della canzone “Infinite volte” di Lorenzo Fragola, in gara al festival di Sanremo. Come nasce questa collaborazione e ,soprattutto, raccontaci come è nato il testo?
Il testo originale della canzone è nato praticamente in pochi minuti. Sono quelle cose che nascono di getto, da qualcosa che devi comunicare per forza, da un’esistenza ben precisa focalizzata su una frase: “far l’amore senza amore”. Come dice anche Lorenzo Fragola, la prima struttura nasce da me e Rory Di Benedetto e, successivamente, ci sono state le modifiche apportate da Ferraguzzo, Filippelli e lo stesso Fragola.
– Per scaramanzia non si dice mai tutto del futuro, ma vuoi almeno anticiparci qualcosa sui progetti a breve o lungo termine?
Beh, intanto penso a godermi questo momento importante, visto che stasera ci giochiamo la finale del festival di Sanremo. Sicuramente sto già lavorando su tantissimi fronti come autore e, di certo, ci saranno altre news a breve.
Intanto sto anche aspettando il momento giusto per preparare un mio progetto artistico che spero prima o poi mi renda protagonista su palcoscenici importanti, in modo che io stesso possa dare voce a ciò che scrivo. Di sicuro, però, l’emozione di scrivere per altri artisti importanti è molto forte e, spesso, supera anche quella che potresti provare tu stesso nel cantare le tue opere.
