Impiantistica sportiva a Reggio Calabria, Romana Pirillo tuona: 'Pretendiamo i bandi e la riapertura delle strutture'

La dirigente di basket, da anni si batte per lo sport a Reggio Calabria dove la questione impianti è diventata insostenibile

La Presidente della Baby Stars Jolly in rappresentanza di molte importanti realtà reggine come Miniwolf, Nuova Jolly, Aleandre, Soccorso, Magic basket pallacanestro Stingers e FIP ha convocato la stampa davanti lo storico PalaScatolone “Piero Viola”.

Romana Pirillo non le manda a dire nei confronti del settore sport del comune di Reggio Calabria, dal quale al netto di eventuali difficoltà pretende una motivazione ed eventuale sblocco delle procedure riguardo gli impianti della città, in tal senso ha dichiarato ai microfoni di CityNow Sport:

Il regolamento degli impianti sportivi comunali, articolo 4 comma 2 specifica che il settore di competenza nella qualità del dirigente evidenzia come i bandi dovevano essere pubblicati entro giugno, siamo a fine ottobre ed ancora non si è visto nulla.

Tramite Federazione Italiana Pallacanestro regionale ci è stata chiesta una documentazione che noi abbiamo presentato. Gli impianti dello Scatolone, Archi e Pentimele sono ancora chiusi, non sono stati assegnati alle società, abbiamo chiesto tramite telefono e PEC, ci hanno risposto che si stanno organizzando. Dopo il lockdown i ragazzi volevano rientrare sui campi per divertirsi invece ci vietano l’apertura, ma per quale motivo? Forse per favorire i privati? Gli impianti dello Scatolone e di Archi sono stati da poco riconsegnati dopo la ristrutturazione, quindi sono totalmente fruibili.

L’emergenza covid può aver determinato questo rallentamento?

Per iscrivere le squadre abbiamo fatto sacrifici enormi in seguito al covid per dover seguire i protocolli molto rigidi, siamo pronti con i responsabili covid per la sanificazione. Ad ottobre siamo ancora fuori e per rientrare dobbiamo spendere cifre elevatissime a differenza di tutto il resto d’Italia.

Attualmente, dove vi state allenando?

I ragazzi si sono allenati finora all’aperto ma adesso non è possibile perché col freddo se si raffreddano e scatta la procedura covid all’interno delle scuole. Da settembre stiamo aspettando risposta, se chiudono di nuovo con il lockdown i bambini non potranno mettere proprio piede all’interno delle strutture, ci chiediamo come mai non sono stati aperti questi impianti? Pretendiamo una risposta.