'Io rustu a casa', CityNow lancia il contest fotografico per il tuo ‘Pascuni’

Inviaci la tua foto. Uno scatto che immortala un momento significativo della tua pasquetta. Aiutiamoci a non sentirci soli.

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi” recitava un vecchio adagio.

Dalle nostre parti, diciamoci la verità, succede molto di rado. Le feste si passano in famiglia. Quasi per una forma di rispetto, delle tradizioni, per non deludere i genitori, o semplicemente perché ci piace rivederci riuniti attorno ad un lauto pasto.

E, forse, in questo 2020, anno bisestile, faremmo carte (autocertificazioni) false per poter riabbracciare i nostri cari. Immaginando magari una bella giornata, di quelle primaverili, con il sole che ti brucia in faccia, i colori e i profumi della nostra terra che si risvegliano. La partecipazione alla tradizionale messa (per i credenti praticanti) che ti fa sentire anche solo per un’ora una persona migliore. E poi, la passeggiatina coi piccoli in un Lungomare che pullula di gente. I palloncini colorati, le uova di cioccolato, le colombe con o senza canditi.

Suonare alla porta di casa, con i familiari che ti aprono una finestra sul cuore rispolverando quei sorrisi che sembrano tenuti nel cassetto per occasioni del genere. Entrare in casa come si dice dalle nostre parti, “bussandu chi peri”, convinti che il dolce pasquale che abbiamo portato noi sia il migliore di tutti, e perché no, di sempre. Le buste con le tante uova per i più piccoli.

Gli abbracci, i baci, i sentimenti. Quelli veri.

Quanto pagheremmo per poterci sedere con la nostra famiglia a tavola. Per tagliare una corda di salame, accompagnata da un buon pecorino, o con le fave fresche, freschissime. E poi tuffarsi nell’abbondanza (a volte eccessiva) del cibo in tavola. Da noi, poi, è quasi una forma di ringraziamento. Per poter stare tutti insieme in un giorno che segna la rinascita del Cristo.

Quanto pagheremmo per poter vedere i sorrisi dei nostri bimbi che scartano le uova e che si strafogano di cioccolato, non prima di essere corsi ad abbracciare chi lo ha regalato.

Ma la Pasqua, si sa, non è pienamente pagana se non ci abbini il “Pascuni”. La classica gita fuori porta, con familiari, o più frequentemente con gli amici di sempre, anche quelli che vedi soltanto nelle ricorrenze. Quelli che stanno fuori e rientrano per godersi quei giorni di festa. Un tuffo al cuore. Perché u pascuni parte molti giorni prima. Con la programmazione e lo studio scientifico del meteo. Ma poi, piove sempre. O quasi.

La levataccia, per i più temerari. Lo studio dei percorsi alternativi per evitare le probabili file, soprattutto per chi scegli la fascia jonica. La raccolta degli avanzi del giorno prima o la mamma che ci fa per l’occasione la pasta al forno e la parmigiana.

Un lasciapassare per essere ricordati in eterno dai nostri compagni di scampagnata. E poi il vino. “Chiddu bonu u portu ieu”. Chi non l’ha pronunciata almeno una volta questa frase alzi la mano.

La soddisfazione di essere arrivati per primi alla meta. I prati verdi o le seconde case. La scelta della musica di sottofondo. La preparazione dei barbecue, professionali o creati dal nulla, per arrostire la salsiccia, la costoletta o per i palati più fini l’involtino e il pollo. La scelta del condannato al calore della brace che però alla fine… cu sparti avi a megghiu parti. I cudduraci, la pastiera della nonna, la colomba artigianale.

Tutto fa parte del nostro essere umani e perché no, cristiani. Anche nel senso reggino del termine. Oggi, ahinoi, possiamo solo immaginarcelo. O farlo a casa, da soli, senza sentirci troppo soli.

Allora partecipa anche tu al contest di CityNow.it che mutuando un motto che sta spopolando sui social – Io rustu a casa -, ha deciso di non lasciarvi soli, raccogliendo i momenti salienti del vostro “pascuni” al tempo del coronavirus.

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Pubblicheremo i vostri scatti e i vostri auguri. Per non sentirci troppo soli. E per lasciare un segno del nostro passaggio in questa pandemia.

Pasqua è rinascita. Non molliamo. Andrà tutto bene.