All'Ite Piria di Reggio Calabria Giosuè, ex ndranghetista, testimone del cambiamento - FOTO

Gli studenti del 'Piria' di Reggio Calabria hanno avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza di un ragazzo, ora uomo, che ha deciso di cambiare completamente la sua vita

“Fuori dalla ndrangheta un’altra vita è possibile?”

A quanto pare si. E a testimoniarlo a gran voce è stato questa mattina Giosuè, il ragazzo che quando aveva solo 17 anni ha scelto di allontanarsi dalla sua famiglia, fortemente legata alla mafia, e di cambiare vita.

“Sono nato e cresciuto in una famiglia della Piana di Gioia Tauro, e trent’anni fa, quando avevo la vostra età, cominciavo a diventare un ometto, ma all’interno di un contesto che aveva scelto come stile di vita l’illegalità”.

“A 17 anni mi arrestarono, cosa inevitabile prima o poi in questo tipo di situazioni. Avevo davanti a me un’avviata “carriera” nell’organizzazione che avevano scelto al posto mio. Ma in carcere ho riflettuto molto su chi ero io e cosa avrei voluto dalla mia vita. Ho deciso di allontanarmi da quel modo di pensare e grazie allo Stato e ai servizi sociali ho intrapreso un percorso diverso. Me ne sono andato dalla Calabria e mi sono formato professionalmente”.

Giosuè ha aggiunto:

“È stato difficile privarmi di quella che oggi capisco essere una falsa protezione. Il vero problema è infatti affrontare i familiari. Ma si può fare e ho anche trascinato qualcuno di loro con me.

Supportato dall’Agape a cui ero stato affidato, abbiamo affrontato tutto insieme. Ho rischiato. Ero diventato un nemico per alcuni. Ho temuto ritorsioni. Oggi penso che le coscienze si siano evolute e ci sia una maggiore apertura al dialogo. E sono certo che il sapere ti possa quella sicurezza per poter capire, ragionare e scegliere. Non si può sempre avere paura”.

L’iniziativa, che ha avuto luogo nell’Aula Magna dell’Istituto tecnico “R. Piria” di Reggio Calabria, rientra nell’ambito delle attività di Alleanze Educative in collaborazione con Libera, coordinamento regionale Calabria, e l’Associazione Agape RC.

PRESENTI

Presenti all’evento il questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone, e Mario Nasone, coordinatore dell’Osservatorio regionale contro la violenza sulle donne.

“Dalla ndrangheta si può uscire, – ha detto Nasone agli studenti anche se è difficile. È un problema che riguarda tutti. Da professionisti sarete chiamati anche voi a fare delle scelte, ad avere a che fare con poteri affaristici, con la mafia.

Con il presidente Di Bella siamo andati in carcere a parlare ai boss di “Liberi di scegliere”. Uno di loro ha detto: Secondo voi non vogliamo bene ai nostri figli?. La risposta purtroppo è legata al come gli si vuole bene.

Ci sono ragazzi come Giosuè che aspettano solo di essere aiutati. Quando ha fatto 18 anni poteva scegliere se tornare in Calabria. La madre gli ha detto “Figlio, o stai con noi o stai cu u previti”. Era una famiglia in cui dire di no non era facile per niente. Eppure ce l’ha fatta. – ha concluso – E lo stesso cambiamento lo hanno fatto poi la madre e la sorella”.

Un pubblico attento è pieno di curiosità da soddisfare ha rivolto diverse domande ai relatori.

“È fondamentale per chi fa un lavoro come il mio avvicinare i giovani, la parte più sana della società, incontaminata, pulita. – ha detto invece il questore Vallone Finita la scuola penserete a cosa fare. Penserete di andare a studiare fuori perché la città è ricoperta da una cappa di criminalità che inevitabilmente si riverbera su di voi.

Tutto questo è molto triste. Bisogna fare i conti con soggetti che impediscono di lavorare tranquillamente e nella propria terra. Si tratta di un circuito malato che incide sulla vostra libertà di scelta. – ha aggiunto – Per quello abbiamo pensato di iniziare un percorso con voi, ascoltare le vostre idee e realizzarle. Ho bisogno del vostro aiuto. Un progetto che inizierà tra due settimane e avrà una durata di due anni, appena prima di terminare l’iter scolastico”.

Fonte: Eva Saltalamacchia