La rinascita (ad occhi chiusi) della reggina Anna Barbaro. Partecipa al crowdfunding

"Ciao, sono Anna. La mia storia è la storia di un

“Ciao, sono Anna. La mia storia è la storia di una ragazza “comune” che ha dovuto affrontare un imprevisto “non comune”, anzi raro. Ma non sono crollata, ho ricostruito la mia vita da non vedente: ho imparato a usare il cellulare e il computer, ho imparato a leggere il braille e, pur laureata in ingegneria, ho intrapreso un corso di studi ad indirizzo teologico per continuare il percorso di fede iniziato da adolescente.

Una svolta nella mia vita di non vedente è stata la riscoperta di un’antica passione: il nuoto.
Dopo aver perso la vista, ho capito che lo sport e la cultura possono costituire un fattore determinante a favore di un disabile per poter realizzare se stessi e i propri sogni. Ma so anche che quando si fa sport si abbattono le barriere che la disabilità impone. L’ho fatto nel nuoto, posso farlo nella mia vita”. Si presenta cosi, con disarmante semplicità, la reggina Anna Barbaro, protagonista di un percorso esistenziale non semplice.

È il giugno 2010, quando Anna inizia a perdere la vista, diventa ipovedente nel giro di 3 mesi e in 6 mesi la luce si spegne del tutto: diventa non vedente, anche lei come le persone a cui dava assistenza durante il servizio civile prestato presso l’ANPVI.

Anna cede per un attimo allo sconforto. Poi però decide di reagire, di ricominciare a vivere. Recupera tutta la grinta che ha ancora dentro, stabilisce per questo nuovo percorso degli obiettivi, in vari campi e pian piano, gradino dopo gradino, tra salite e discese cerca di realizzarli.

C’è soprattutto lo sport ad occupare una grande fetta della sua vita. Dopo un periodo di stop sedentario dovuto all’accettazione di questa nuova visione della vita, Anna ricerca la sua autonomia.

Si avvicina così al nuoto, acquistando più padronanza del suo corpo, migliorando la sua percezione della dimensione e dell’equilibrio, grazie al suo allenatore Giuseppe Laface e alla prima società la Asved con Noi Rc che ha iniziato a credere in lei.

Lo sport, che all’inizio è un supporto, un aiuto per poter riprendere in mano la sua vita, diventa in breve tempo la sua stessa vita fatta di sacrifici e rinunce.

Anna, all’interno del team14, si avvicina all’atletica e al ciclismo, dall’unione di queste nuove due passioni inizia la pratica del paraTriathlon, che in seguito la porterà ad essere tesserata con la Minerva triathlon Roma.

Il suo medagliere è molto ricco, vince numerosissime competizioni sia a livello regionale sia nazionale e compie più volte la traversata dello Stretto di Messina diventando la prima non vedente a cimentarsi in questa impresa.

Tra i suoi successi dell’anno appena concluso:

campionessa italiana di nuoto in acque libere Finp,
per il primo anno è stata convocata per indossare il tricolore nel campionato di coppa del mondo in Francia con la nazionale italiana paratriathlon dove si è piazzata al sesto posto.
campionessa italiana Fispes dei 400 mt e dei 1500mt,
campionessa italiana di paraduathlon per due anni consecutivi,
detentrice del circuito di paratriathlon.

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I fondi raccolti saranno utilizzati esclusivamente per il materiale tecnico e per le trasferte.

L’acquisto del materiale tecnico necessario per il Paratriathlon richiede un elevato budget poiché le discipline sono tre: nuoto (muta, cuffia, occhiali), bici (tandem, casco e scarpe) e corsa (scarpe).

In particolare, ora serve una bici più performante.

Il circuito ips prevede le seguenti trasferte:
– 23 Aprile a Milano
– 20 maggio a Piacenza
– 3 settembre a Mengozzo
– 24 settembre a Bari