La via dei Borghi. Motta e Lazzaro: tra storia e archeologia

  Il 15 aprile 2018, è toccato a Motta San

 

Il 15 aprile 2018, è toccato a Motta San Giovanni e Lazzaro essere le protagoniste per un giorno nel progetto “La via dei Borghi” finalizzato, attraverso delle escursioni nell’area pedemontana e collinare dell’Aspromonte orientale, a una maggiore conoscenza del territorio, soprattutto nell’ interesse storico e archeologico.

L’escursione che ha avuto come tappe Motta e Lazzaro, è stata coordinata e guidata dai presidenti delle associazioni culturali “Kalabria Experience” e “Il Giardino di Morgana”, rispettivamente Carmine Verduci e Domenico Guarna.

La prima visita si è svolta al castello di Sant’Aniceto a Motta San Giovanni; a illustrare il programma della giornata è stato Carmine Verduci il quale ha citato le attività che si sarebbero andate a svolgere, ossia la visita al Castello di Sant’Aniceto di Motta, l’antiquarium e il sito archeologico di Lazzaro.

Subito dopo Domenico Guarna ha letto un passo del libro “Diario di un viaggio a piedi: Reggio Calabria e la sua provincia. (25 luglio – 5 settembre 1847)” di Edward Lear; in questo passo lo scrittore e pittore inglese mostra il suo entusiasmo nel visitare Motta, mostrando la sua delusione per non aver trovato i cappelli a punta.

Prima di arrivare al castello di San Niceto, lo storico Saverio Verduci ha introdotto la storia di Motta, il cui termine, di origine angioina, indicava le città fortificate, che ha inizio con le prime frequentazioni in età neolitica e del ferro, per poi subire l’occupazione dei greci e dei romani sulle coste e giungere infine all’età bizantina con la costruzione di fortificazioni, tra queste anche quella di S. Niceto.

Subito dopo lo storico ha iniziato a raccontare la storia del castello di S. Niceto, il cui nome proviene da un santo bizantino e costruito in età bizantina. Il castello fu un’area difensiva militare che resistette a vari attacchi nemici, fino alla caduta definitiva nel 1465 a causa del Duca di Calabria.

Il castello si caratterizza per la presenza al suo interno di una chiesa (unicum); all’interno di quest’ultima, è stata trovata una necropoli contenente 4 corpi individuati come i guardiani della fortezza.

Fondamentale è stato l’intervento della dottoressa Anna Rita Mazzitelli; quest’ultima, insegnante di lettere in pensione e amante della storia locale fino ad arrivare a trasmettere la sua passione agli alunni, nel libro scritto da lei e dal professor Verduci: “Edward Lear. Motta San Giovanni e la Bovesìa”, descrive l’entusiasmo che lo scrittore inglese ebbe quando arrivò in Calabria e a Motta.

Prima di concludere, la professoressa Mazzitelli ha letto un passo tratto dal suo libro in cui Lear, prima di andarsene, fa una descrizione di Motta San Giovanni palesando la sua delusione di non aver trovato i famosi cappelli a punta.

Dopo una lunga sosta al castello con pranzo a sacco alle ore 13:00, il volontario Francesco Manti è intervenuto per illustrare le 2 fasi di restauro e le varie fasi di edificazione del castello, indicando anche l’abside della chiesa presente al suo interno e mostrando le 2 torri d’ingresso ricostruite.

Nel pomeriggio, alle ore 15:00, c’è stata la visita all’Antiquarium e al sito archeologico di Lazzaro; all’Antiquarium è nuovamente intervenuto il professore Verduci per illustrare i reperti di età greca, romana, tardo-romana e medievale. Alcuni di questi reperti provengono dalla fortezza di S. Niceto.

La tappa a Motta San Giovanni e a Lazzaro, è solo la seconda delle tante tappe che caratterizza il progetto “La via dei Borghi”, che ha lo scopo di portare gli stessi calabresi a una maggiore consapevolezza non solo del territorio, ma anche delle proprie origini.