Biologhe del GOM di Reggio: la lettera di ringraziamento al primario di Ematologia

"Siamo gli sconosciuti della nostra struttura, ma vogliamo rendere merito a chi ci ha dato la possibilità di aiutare i pazienti: il dott. Bruno Martino"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di ringraziamento delle Biologhe del GOM, collaboratrici di ricerca clinica dedicata al Primario della divisione di Ematologia.

“L’operato del Dott. Bruno Martino, in questi giorni, è stato sminuito, screditato e messo in discussione”.

LA LETTERA

“Questa, più che una lettera, vorrebbe essere un momento di riflessione sulla vita, la vita che tanto ti da, ma che all’improvviso, voilà, tutto ti toglie. Nasce da qui l’esigenza quasi impetuosa di fermarsi a pensare e a formulare la tanto utilizzata frase, che accompagna i momenti di sconforto: “Ma ne sarà valsa la pena?”.

Valeva la pena spendere buona parte della propria vita a sacrificarsi ogni giorno (ed anche qualche notte), nello studio di complicati meccanismi biologici, sulle strategie terapeutiche più funzionali e funzionanti, su quale fosse l’approccio clinico e psicologico più accettabile per il paziente? La risposta è sì, ne è valsa la pena.

Risposta da “fessi”, come direbbero dalle nostre parti; risposta ovvia, invece, per chi si è formato e lavora seguendo la scuola pratica, scientifica e di pensiero da cui proveniamo. Noi Collaboratori di Ricerca Clinica (sconosciuti ai più), a vario titolo, proveniamo dalla scuola del Dott. Bruno Martino, un nome altisonante in professionalità, in scienza e conoscenza. E in umiltà.

Lui ci ha fatto credere nelle nostre capacità individuali, ci ha trasmesso la sua forte passione per l’Ematologia, facendoci dimenticare, durante il percorso, i nostri guai di lavoratori e professionisti sottostimati, sottopagati e senza alcuna tutela o riconoscimento della nostra figura professionale. Tuttavia, tranne qualche sporadica impennata di ira, poco ha contato tutto ciò. Ha sempre avuto il sopravvento quello che il Dott. Bruno Martino ci ha insegnato.

Avremmo da citare innumerevoli insegnamenti, ma ci limitiamo a quelli appresi solo ed unicamente dall’esempio, che ti insegna che davanti a un paziente, cadono i ruoli, allora corri, porti provette, prendi pacchi, supporti e tuteli il paziente al di sopra di tutto, di schermaglie tra colleghi, di incomprensioni.

Arriva il Dott. Martino: fermi tutti, anzi tutti ai posti di partenza. Via, si parte! Lui apre la fila e comincia la nostra giornata. Seguendo l’infaticabile Dottore, ad un certo punto la nostra testa diventa un tutt’uno con provette, linee guida, pazienti, dati, farmaci, esami, spedizioni… Aiu…toooo!

Qualcuno più giovane dice “Basta, voglio scendere, qui si corre troppo… Ma no, dai, scherzavo”. Qui nessuno scende, il treno da lui condotto è inarrestabile, decidiamo di restare tutti a bordo e continuare a tutta velocità.

Siamo gli sconosciuti della nostra struttura, ma vogliamo, con questo semplice racconto, rendere merito a chi ci ha dato la possibilità di aiutare, attraverso il nostro operato, tanti pazienti; di aver appreso da lui tutto ciò che sappiamo fare, insomma di averci resi “Visibili”.

Grazie, Dottore. Ripartiamo, il treno non aspetta, anche se noi, con la sua guida, possiamo proseguire anche a piedi”.

Il Team Biologi di Sperimentazione Clinica
Maria Geria e Monica La Mantia, dedite segretarie