Lillo Foti: come nasce il S. Agata e poi la questione marchio

"Il marchio è un simbolo, c'è qualcuno che ci tiene, ma la storia non la cancella nessuno"

Un altro passaggio dell’intervista rilasciata dell’ex presidente della Reggina Foti a seried24.com: “Oggi mancano in città i giovani imprenditori, nei contenuti sociali, mentre le presenze di alcuni gruppi che sono venuti da fuori, non hanno dato quel supporto che era necessario. E’ per questo che la Reggina vive oggi un momento di difficoltà, mi auguro al più presto trovi una chiave di lettura, una situazione che possa permettergli di ripercorrere quegli anni in cui ci siamo tutti divertiti.

Il centro sportivo

Il S. Agata è stato l’investimento, il tesoro e la cassa della Reggina. Senza il lavoro fatto da tutti gli istruttori, la parte tecnica, che ha prodotto un risultato, la Reggina non avrebbe potuto mantenere quel livello. Se lei pensa che oggi il capitano del Napoli e titolare in Nazionale Di Lorenzo è cresciuto nel vivaio della nostra società, questo dice un pò tutto.

L’idea nasce da un confronto con un grande personaggio che si chiamava Mario Biasion che ci ha dato l’imbeccata di dotarci di un centro sportivo.

La storia

La storia l’abbiamo scritta tutti, dirigenti, tifosi, i calciatori. Se lei la mette su una parete e gira compare tutta. Il marchio è un simbolo, c’è qualcuno che ci tiene, ma la storia non la cancella nessuno. Fa parte della nostra vita, serve come punto di riferimento, esperienze. Il marchio è bello, noi la continuiamo a chiamare Reggina. Ce lo hanno tramandato i nostri genitori e i nostri nonni. Quindi il marchio gli appartiene, non ci sono aste che tengano“.