‘I luoghi del cuore’, Capo Colonna seconda in Italia. Si può ancora votare
30 Novembre 2016 - 19:24 | di Pasquale Romano

Toscana capolista, la Calabria insegue. I luoghi del cuore, progetto del FAI (Fondo Ambiente Italiano) come ogni anni attraverso un sondaggio on-line fa scegliere agli italiani i posti più amati. Nato tredici anni fa in collaborazione con Intesa Sanpaolo, I luoghi del cuore chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori che amano e che vorrebbero salvare.
Nella classifica generale italiana, al momento al primo posto c’è il Castello e Parco di Sammezzano, in provincia di Firenze, con 24.500 voti. Seconda appunto la Calabria con l’Area Archeologica di Capo Colonna, in provincia di Crotone, con 21.700 voti. Considerando solo la classifica dei luoghi calabresi, dietro a Capo Colonna si piazza ancora Crotone con la Chiesa di Santa Chiara. Terzo Catanzaro con il Lido Sirene, quarta Vibo Valentia con la Tonnara di Bivona.
Il censimento si chiude il 30 novembre. Si può votare registrandosi sul sito www.iluoghidelcuore.it, la classifica definitiva verrà pubblicata a febbraio 2017. «Oltre ai più di 21.000 voti espressi online abbiamo inviato anche 9.000 voti in forma, con un totale di 30.000 preferenze per Capo Colonna». Ha dichiarato Margherita Corrado, referente Fai Crotone. «Per essere la prima volta che Crotone partecipa al censimento 30.000 preferenze è un segnale molto importante, soprattutto dopo aver ricevuto la notizia dell’ultimo posto della nostra città nella classifica della qualità della vita stilata da Italia Oggi».
Il Fai promuove l’educazione, l’amore, la conoscenza e il godimento per l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione
vigila sulla tutela dei beni paesaggistici e culturali, nello spirito dell’articolo 9 della Costituzione. Insieme a tutti i partner, il FAI si impegna perché il paesaggio italiano, i luoghi, i monumenti, i capolavori che hanno fatto e fanno la storia di questo Paese non vengano dimenticati. Siano invece protetti, rispettati e valorizzati. Nella convinzione che investire in cultura significhi non solo salvare il nostro passato e la nostra identità, ma anche produrre ricchezza con ricadute positive sull’occupazione e sul reddito.
