Festività Mariane 2023: i reggini riabbracciano la loro Patrona

un rito quasi magico e ricco di suggestione, quello che ogni anno mel mese di settembre coinvolge l’intera città di Reggio Calabria

“È un rito quasi magico, misterioso e contemporaneamente forte e ricco di suggestione quello che ogni anno nel secondo sabato del mese di settembre coinvolge l’intera città di Reggio Calabria.

Infatti i Reggini nella più assoluta compostezza, serietà e sincerità tipica di ogni rito religioso si preparano ad abbracciare la loro Patrona, la Madonna della Consolazione, madre e guida del popolo reggino.

Si tratta di un vero, grande e sincero abbraccio che un’intera città offre alla Sagra Effige custodita nella Basilica dell’Eremo quando puntualmente nelle prime ore della mattinata attorniato dai tanti fedeli il Quadro si prepara a lasciare L’Eremo per raggiungere la Basilica Cattedrale.

Un rito che ormai si ripete nei secoli e che rappresenta per la città di Reggio il magico momento, misterioso e solenne, di incontro con la sua Madre protettrice, la sua guida, la sua Anima spirituale. È la storia di un popolo in cammino che si rivolge a Maria con immenso ed immutato amore, per chiedere aiuto, sostegno, forza.
Un unico grido, dalla testa alla fine della processione, il coro è unanime: “Ora e sempre viva Maria“.

È la festa della città che ritrova nello sguardo della Madonna della Consolazione la forza, la voglia, la volontà di proseguire, di continuare a costruire la sua storia. E così sulle forti e possenti spalle dei Portatori il Quadro parte, attraversa tutta la città.

Su di lui sono rivolti gli occhi di migliaia di persone giunte da ogni dove. Occhi di fede, occhi di speranza, occhi che chiedono una grazia. E Maria, Madre misericordiosa è sempre lì, pronta ad intervenire e ad aiutare ogni suo figlio che chiede aiuto, pronta col suo sguardo, intriso di umiltà e di forza misericordevole, a infondere coraggio e speranza, a dare un consiglio, quasi in un unico intimo rapporto fatto di grande e pura spiritualità.
La storia della devozione alla Madonna della Consolazione è antichissima. Secondo lo storico reggino Mons. A.M. De Lorenzo il culto risalirebbe addirittura al 1460 nella città di Roma dove in Campidoglio, una donna rivolta in preghiera verso un’immagine misteriosa chiese la grazia per il figlio condannato a morte senza però ottenerla. Nel momento dell’esecuzione intervenne La Madonna che allargò il cappio del giovane condannato e bloccò la mano del carnefice.

Le prime notizie del culto Mariano nella città di Reggio si datano alla fine del XVI° secolo ed esattamente al 21 novembre del 1567 quando pare sia stata celebrata la prima festa in onore della Vergine della Consolazione come ringraziamento del popolo alla richiesta di intervento per frenare una terribile pestilenza che colpì le due città dello Stretto. E Maria con la sua grande umanità e con la sua benevolenza intervenne placando tale pestilenza.

I reggini in segno di profonda gratitudine, di grande devozione e di profondo affetto decisero che ogni anno a partire da quel 21 novembre del 1567 nella loro città si doveva una festa di devozione a Maria Madre della Consolazione. Ed è infatti che, con naturale ed ininterrotta continuità, ogni anno la domenica successiva al 21 di novembre la Madonna lascia in processione la Basilica Cattedrale dove era stata portata nel mese di settembre e ritorna all’Eremo quasi a rinnovare quella promessa e a rinnovare quel patto di infinito amore che La lega alla sua umile gente. Proprio lì sulla collina dell’Eremo sorgeva, secondo le fonti documentali, una piccola cappella dedicata alla Madonna della Consolazione. Furono poi, qualche tempo dopo, i frati Cappuccini provenienti dalla Valle del Tuccio a edificare sullo stesso luogo dove sorgeva tale cappella, una nuova e capiente chiesa di Cappuccini del sud Italia venuta, nel breve tempo, punto di riferimento per le comunità dei frati Cappuccini del sud Italia. Qui’ vi fu portato il quadro della Madonna realizzato molto probabilmente dall’artista Nicolò Andrea Capriolo raffigurante la Madonna della Consolazione affiancata da San Francesco D’Assisi e da Sant’Antonio da Padova. Tale quadro fu donato dal nobile patrizio reggino Camillo Diano nel 1547 alla comunità di cappuccini residente a Reggio in segno di collaborazione e di devozione della città. Fin qui’ dunque alla storia ufficiale, quella raccontata e ricostruita attraverso le fonti. Ma accanto a questa “storia” ne esiste un’altra non meno affascinante che è stata tramandata per tradizione orale e che sicuramente merita di essere anche questa raccontata in quanto costituisce il simbolo della valenza di quanto forte sia stato e lo è tutt’oggi il culto della Madonna della Consolazione a Reggio.

Si racconta infatti che alcuni contadini mentre aravano i loro campi sempre presso la zona nella quale oggi sorge la moderna basilica dell’Eremo, rinvennero nel terreno il quadro raffigurante la Madonna. Numerose volte il quadro fu condotto nella Basilica Cattedrale della città ma altrettante volte il quadro riapparve sempre sul luogo dove venne rinvenuto per la prima volta. È per questo motivo che si decise quindi, molto probabilmente, di lasciare il quadro nella Basilica dell’Eremo come sede ufficiale del culto alla Madonna della Consolazione.

A ben notare comunque le due storie si intrecciano perfettamente dimostrando ambedue un dato inequivocabile; la grande devozione dei reggini verso la Sagra Effige. Devozione, amore, fede; ideali che oggi costituiscono uno degli spaccati più toccanti della nostra cultura cristiana intrisa dei più alti valori religiosi”.

Prof. Saverio Verduci