Reggio - Estate 2021, nuovo incubo per bar, ristoranti e pizzerie: è allarme personale

Il fenomeno è figlio di vari fattori: c'è chi è andato all'estero, chi ha cambiato lavoro, chi preferisce il reddito di cittadinanza

Non c’è pace per i ristoratori. Dopo l’anno terribile del 2020, i titolari di bar, ristoranti e pizzerie tornano a respirare ma il ‘singhiozzo’ rimane. Vuoi per le norme, ancora vigenti, anti – Covid, vuoi per la paura, ancora presente in tutti noi, del contagio da coronavirus, vuoi per la mancanza di personale.

Ebbene si.

RIPARTE IL SETTORE DELLA RISTORAZIONE MA MANCA IL PERSONALE

Tra i timori più grandi, in queste settimane, per i moltissimi imprenditori della nostra città, c’è quello del personale e della mancanza di lavoratori. A Reggio Calabria (ma il problema riguarda tutta la nazione) mancano cuochi, camerieri e baristi.

Per i sindacati le offerte di lavoro non sarebbero appetibili ma gli esercenti puntano il dito sui giovani e giovanissimi, i quali, a loro avviso “non hanno voglia di lavorare”.

E così i tanti tavoli rinati fuori dai locali rischiano però di non essere serviti e assistiti dai tanti camerieri che ruotano attorno ai sempre più familiari dehor. Dopo mesi di agonia, adesso che si intravede la luce in fondo al tunnel, si presenta un altro problema, non di poco conto. L’estate è alle porte, i clienti ci sono, il lavoro adesso non manca. Ma a scarseggiare ora è il personale.

L’allarme arriva dai tanti ristoratori noti in città e in provincia di Reggio Calabria che garantiscono un contratto di lavoro che tutela ogni diritto dei propri futuri dipendenti ma evidentemente non basta.

Alcuni sono andati all’estero, altri invece (la maggioranza) rifiutano le proposte in quanto ’non convenienti’.

IL PARADOSSO: GRANDE OFFERTA DI LAVORO SENZA RISPOSTA

Se è vero che in alcuni casi la paga non è congrua alle ore di lavoro e all’impegno offerto, è anche vero che spesso e volentieri il reddito di cittadinanza viene preferito a una occupazione.

Tutti, in queste settimane sono alla ricerca di personale. E se i più fortunati, in questi primi giorni di giugno sono alle prese con la formazione delle nuove leve, altri invece non apriranno proprio a causa della mancanza del personale.

Un vero e proprio paradosso.

Vero è che i giovani sussidiati sono tanti e rappresentano un facile bersaglio ma il problema non può ricadere solo su questo aspetto. E’ chiaro che c’è qualcos’altro che sfugge.

Ad esempio lo spostamento dei giovani lavoratori verso altri settori, ritenuti più soddisfacenti e convenienti o anche il ‘semplice’ calo demografico dei più giovani, che comincia a farsi sentire.

Adesso istituzioni sindacati e organizzazioni varie che tutelano lavoratori ed imprenditori dovranno sedersi allo stesso tavolo, e al più presto, per comprendere le cause di questo fenomeno a dir poco contraddittorio.