I miti: arte e narrazione sui vasi greci
23 Febbraio 2017 - 10:41 | di Vincenzo Comi

Archeological evidences recovered by Italian Carabinieri, military police, at Terme di Diocleziano museum during the press conference in Rome, 21 January 2015. I reperti archeologici recuperati dei Carabinieri del nucleo Tutela del Patrimonio Culturale esposti presso il museo delle Terme di Diocleziano a Roma, 21 gennaio 2015. ANSA/CLAUDIO PERI
Venerdì 24 febbraio 2017, alle ore 17.30, presso la Sala Conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, promuove “I Miti: arte e narrazione sui vasi greci”, con video proiezione. Dopo il saluto del dott. Carmelo Malacrino, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e di Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, interverrà la prof.ssa. Paola Radici Colace, ordinario di Filologia Classica, Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, Presidente onorario del CIS. Il mondo greco ci ha lasciato di sé una importante eredità costituita di testi e di parole.
La complessa ricchezza della letteratura e della lingua sono il risultato di una analisi minuziosa dell’uomo (su se stesso, sulla natura, sulle piante, sul cosmo) e sulla costruzione della società greca intorno ai ‘saperi’ ed alle ‘discipline’ sedimentati nei testi scientifici e nella manualistica. Oltre ai libri, la cultura greca ha lasciato un’altra preziosa eredità che la ‘racconta’, costituita da oggetti che non appartengono a quella categoria (come afferma S. Agostino nel de doctrina cristiana) delle res, “quae nihil aliud significant nisi quod sunt”, reperti quasi inerti, quali sono in civiltà che non hanno una letteratura con cui dialogare.
Si tratta della ricchezza costituita dai ‘Vasi Greci’, che illuminano di bellezza quasi tutti i Musei del mondo. Con le loro superfici completamente illustrate, che lasciano solo zone molto ridotte alla semplice decorazione, essi rappresentano quasi un lungo, continuo ‘film’ sul mondo greco.
Questo ‘film’ ci permette di ‘vedere’ rappresentati non solo elementi della cultura materiale costituiti da armature, vestiti, calzature, pettinature, architetture, cerimoniali (nozze, processioni, funerali, attività di lavoro), ma anche le interferenze intensissime tra testi letterari ed oggetti d’uso. Un crater (vaso per mescolare vino ed acqua), una phiale (tazza o bicchiere), una oinochoe (contenitore di vino) o una hydria (contenitore di acqua), pur continuando a svolgere sulla mensa o nella sala del simposio la loro funzione di ‘utensili’, attraverso le scene su di essi rappresentate lanciavano l’uomo greco verso la ‘letteratura’, in un interscambio che si vedrà non solo essere intensissimo, ma che ha formalizzato le scene letterarie con tale incisività da giungere fino alla pittura dell’età moderna.
