Addio a Diego Armando Maradona: genio, talento unico e generosità

Fabio Caressa: "Un giorno triste per il mondo dell'arte"

25 novembre 2020, muore il più grande di tutti, Diego Armando Maradona. Il 25 novembre del 2005 moriva un altro grande calciatore per certi versi simile al campione argentino, George Best. Talento, genio e sregolatezza per entrambi. Incredibile coincidenza.

Addio a Diego Armando Maradona

Insieme all’immensità tecniche di quello che viene definito il “Dio del calcio”, anche una vita per lunghi tratti spericolata ma che sempre lo aveva visto comunque rialzare la testa. E dopo l’ultimo intervento al cervello, tutti si era convinti si sarebbe rialzato anche questa volta, a fermarlo un attacco respiratorio, invece, lo ha stroncato, per sempre.

L’Italia ha avuto la fortuna di poterlo ammirare da vicino, in quel Napoli che Diego Armando Maradona ha trasformato in un grandissimo club anche a livello internazionale, conquistando due scudetti, una Coppa Uefa, una Supercoppa, una Coppa Italia. Esaltando un popolo, quello napoletano, che lo ha amato, venerato, adorato, applaudito, festeggiato, coccolato, non solo negli anni in cui Maradona ha indossato quella maglia, ma anche per quelli successivi.

Indimenticabile la vittoria di quel mondiale del 1986. I due gol contro l’Inghilterra, la famosa “Mano de Dios” e quella seconda marcatura che è rimasta e rimarrà per sempre nella storia del calcio mondiale. Partendo dalla metà campo, giocatori inglesi saltati come birilli fino ad arrivare alla porta avversaria, dribblando anche il portiere e depositando con il suo piede magico il pallone in rete. Sublime.

Diego Armando Maradona, è stato uomo di grandi debolezze e straordinaria generosità, sempre vicino ai più deboli. Vissuto nell’era in cui i social non esistevano e quindi a contatto diretto con la folla, senza mai il timore che l’eccessivo affetto potesse compromettere la sua incolumità. Il mondo intero, non solo quello del calcio, piange la sua scomparsa. Bellissimo e significativo il saluto al campione argentino del noto giornalista di Sky Sport Fabio Caressa: “Un giorno triste per il mondo dell’arte”.