Reggio e Gaza unite da un filo invisibile, Fadi Thabet a CityNow: ‘Racconto la nostra realtà’

Le immagini del fotografo palestinese, che chiede asilo per sé e la sua famiglia, sono in mostra al Parco Ecolandia. Il ricavato andrà al progetto "Un pasto per Gaza"

fadi fotografo gaza

Ogni scatto è una ferita. Ogni immagine, un grido che attraversa il mare per chiedere aiuto.

C’è un filo invisibile che lega Reggio Calabria a Gaza. Non si vede, ma si sente. Corre attraverso gli occhi di chi guarda le foto di Fadi Thabet, fotografo palestinese che da anni documenta la vita sotto assedio nella Striscia. Fame, povertà, paura, ma anche dignità, resistenza, umanità.

Fino al 5 agosto, al Parco Ecolandia, la sua mostra è aperta su prenotazione. È un viaggio duro, fatto di immagini senza filtri, che parlano di bambini senza cibo, di madri senza futuro, di uomini che scavano pozzi per trovare acqua.

“La storia che voglio trasmettere tramite le immagini è la realtà – ha raccontato Thabet in un’intervista esclusiva a CityNow. Una vera storia umanitaria. Cerchiamo di far sapere al mondo cosa sta succedendo a Gaza. Siamo un popolo che vuole vivere, che ha subito ingiustizie e traumi. Ci rivolgiamo ai Paesi moderni, a quelli che hanno sottoscritto gli accordi di Ginevra sui diritti dei bambini, delle donne, degli anziani”.

Le immagini in mostra sono anche un omaggio ai tanti fotografi e giornalisti che hanno perso la vita nel tentativo di raccontare ciò che accade a Gaza:

“In questi anni, soprattutto negli ultimi due, la fotografia non si è mai fermata, anche a costo della vita. Oggi il numero dei fotografi uccisi ha raggiunto quota 300”.

Un pasto per Gaza

La mostra a Reggio Calabria non è solo arte e denuncia, ma anche solidarietà concreta. Grazie al sostegno della collaboratrice Amira Abu Hamra e dei partner italiani, il ricavato sarà devoluto al progetto “Un pasto per Gaza”, iniziativa che garantisce cibo e acqua potabile a bambini, orfani e sfollati che vivono nelle tende.

“Distribuiamo verdure, acqua, costruiamo pozzi per dare un minimo di dignità a chi ha perso tutto”.

L’appello al governo italiano

Fadi, attraverso i microfoni di CityNow, lancia infine un appello al Governo italiano:

“Sto chiedendo un gesto umanitario. Che mi accolgano in Italia, il Paese della bellezza e dell’arte. Chiedo asilo per me e la mia famiglia, per poter continuare a raccontare questa realtà in modo libero e sicuro”.

Il ringraziamento a CityNow

A margine del servizio realizzato dal collega Renato Pesce, il fotografo ha voluto esprimere il proprio ringraziamento:

“Ti ringrazio di cuore per il servizio che hai realizzato. Hai raccontato la nostra realtà con rispetto e verità, dando voce a chi spesso resta inascoltato. Per me è stato un grande onore vedere il mio lavoro raccontato in modo così umano e onesto. La tua attenzione ha dato forza alle immagini e ha portato Gaza un po’ più vicino al mondo”.